Un coltello dal manico nero spunta ai piedi di un ulivo a pochi metri dalla casa di Mario e Antonio Teoli. A trovare l'arma alcune persone che si sono recate nell'uliveto per procedere con la raccolta dei frutti. La donna era andata con il figlio nel campo e ha notato nell'erba il coltello, essendo già stati avvisati nei mesi scorsi della possibilità di rinvenire oggetti riconducibili ai fatti avvenuti nella confinante proprietà dei Teoli. I due hanno immediatamente avvisato i carabinieri senza avvicinarsi all'oggetto.

Gli uomini dell'Arma sono arrivati sul posto procedendo con rilievi fotografici per il repertamento dell'arma con mezzi adeguati per la preservazione delle eventuali tracce biologiche o impronte digitali papillari latenti. Tra le ipotesi quella che l'arma ritrovata, un coltello dal manico nero di 13,5 centimetri con una lama di 15 centimetri, possa essere riconducibile ai terribili fatti che si sono consumati lo scorso primo agosto quando il figlio Mario ha ucciso il padre Antonio.

Mario Teoli, accusato di omicidio volontario aggravato per aver colpito a morte, sempre in base alla ricostruzione degli inquirenti, il padre Antonio (ex operaio Fca di 68 anni) al culmine di una violenta lite, aveva rilasciato dichiarazioni spontanee, sempre alla presenza del suo legale, l'avvocato Angelo Pollino. L'interrogatorio, fissato ieri, è stato rinviato. Di recente la procura è andata avanti negli accertamenti provvedendo a prelevare il dna di Mario e, lo scorso 8 novembre, anche il sangue di Antonio, grazie ai campioni acquisiti durante l'autopsia e conservati nell'ospedale di Cassino. A rappresentare la parte offesa, l'avvocato Emiliano Mignanelli.