Ceccano- Dal Reparto ambientale marino di Gaeta, alle strette dipendenze del ministro dell'ambiente Sergio Costa, intervengono dopo i controlli serrati scattati all'indomani della terza schiumata nelle acque fluviali fabraterne e andati avanti per due giorni. «Con l'intensa attività di ispezione fatta con il personale della sezione provinciale dell'Arpa -comunicano dalla capitaneria del porto di Gaeta- abbiamo fotografato la situazione sia nel fiume Sacco sia nel suo affluente Alabro, ma è fondamentale a questo punto conoscere i risultati delle analisi che verranno svolte, in quanto organo tecnico preposto, dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale. Si può prospettare che, anche per via dell'altissima attenzione mediatica, l'esito potrebbe presumibilmente essere reso noto entro questa settimana. Detto questo, gli uomini sono rientrati nella tarda serata di ieri (due sere fa, ndr) dopo controlli estremamente meticolosi. Per il momento, se non si avranno nuovi fenomeni, non saranno necessari ulteriori prelievi, anche perché c'era materiale molto evidente e consistente, per cui il riscontro microbiologico dovrebbe esserci senz'altro e capiremo presto se si tratta o meno di una concreta forma di inquinamento. In caso di risultati positivi -concludono- saranno quelli a indicarci la strada da percorrere per individuare i potenziali responsabili». Dichiarazioni queste rilasciate nella giornata di ieri, iniziata con il vertice indetto con urgenza dal sindaco Caligiore a Palazzo Antonelli.

Il polemico vertice senza "big"
In sala consiliare erano stati convocati, oltre agli assessori e ai consiglieri comunali, anche i parlamentari ciociari, il governatore del Lazio Zingaretti, la giunta e i consiglieri regionali e il presidente della Provincia Pompeo. In considerazione del preavviso di ventiquattro ore, però, non è arrivato nessuno da Camera, Senato e Pisana se non numerosi avvisi di forfait dovuti a impegni istituzionali.
L'unico a presenziare, a parte i "caligioriani" e gran parte dell'opposizione, è stato il presidente del Consiglio provinciale Luigi Vacana, che ha ribadito la necessità di accelerare l'accordo di programma per la bonifica delle prime otto aree del Sin"Bacino del fiume Sacco".

Il sindaco Caligiore, dopo aver fatto il riassunto delle puntate precedenti, ha preannunciato «una delibera di giunta per richiedere alla Regione lo stato di calamità per il nostro territorio», salvo poi doversi assentare per recarsi presso la sequestrata ex "Silp sud". Da lì in poi è iniziata la bagarre. Oltre al primo cittadino, infatti, se n'è andato all'improvviso anche il vicesindaco Fiorella Tiberia e il "direttore d'orchestra" è diventato il presidente del Consiglio Marco Corsi.
Il consigliere di minoranza Mauro Roma, per conto del gruppo "Ceccano in movimento" guidato dall'alleato Angelo Aversa, si è immediatamente alterato «per via dell'assenza contemporanea del sindaco e del suo vice che, invece di sostituirlo, è scappato via, senza parlare del fatto che non vedo, a parte Luigi Vacana in rappresentanza della Provincia, nessuno dei numerosi invitati. È una riunione -ha esclamato- totalmente inutile». Roma, nonché gli altri oppositori Luigi Compagnoni, Giulio Conti, Pino Malizia e Manuela Maliziola hanno poi criticato all'unisono Caligiore, che non avrebbe mai considerato le loro spinte verso un'azione più incisiva in campo ambientale.

Infine, mentre stava per prendere la parola l'assessore ai rapporti col Consiglio Stefano Gizzi, l'aula è stata abbandonata per protesta dall'opposizione. Nei prossimi giorni verrà fissato un Consiglio comunale per avallare all'unanimità la delibera prospettata dal sindaco, ma per l'ennesima volta si è visto tutt'altro che la tanto sbandierata battaglia senza colori politici.