In Ciociaria c'è un castello millenario dove il tempo sembra essersi fermato. Non ne restano solo le mura di cinta o le rovine. Tutto è intatto. Dalle stanze, alle pareti, ai soffitti decorati, ai mobili che raccontano storie di vita di personaggi illustri, nobili famiglie, compositori e Santi che da qui sono passati. È il castello ducale di Monte San Giovanni Campano, un complesso storico anche conosciuto come Corte d'Avalos, che domina il borgo ciociaro da mille anni. Il castello ha ospitato, nei secoli, papi e dignitari che lo apprezzavano perché considerato da sempre un luogo sicuro, tranquillo e salubre. Tra questi Papa Adriano IV che lo scelse come residenza estiva. Dal 1240 al 1242 fu la prigionia di Tommaso d'Aquino rinchiuso perché aveva vestito l'abito dei Domenicani contro la volontà della madre. Per dissuaderlo dal suo proposito i parenti lo sottoposero anche all'insidia di una donna di facili costumi mandata nelle stanze del castello. L'episodio, riportato da vari biografi, è stato testimoniato anche nel processo di canonizzazione di San Tommaso. Le stanze dove il santo fu tenuto prigioniero sono ancora perfettamente conservate. Nel castello hanno soggiornato, tra gli altri, la poetessa Vittoria Colonna, musa ispiratrice di Michelangelo Buonarroti, e il compositore Pietro Mascagni. A lui è dedicata non a caso un'intera sala, la "sala Mascagni", e all'interno della Corte è conservato il suo pianoforte. In tempi più recenti il castello ha offerto ospitalità ai cardinali Francesco Satolli, Camillo Laurenti, Federico Tedeschini, Enrico Lepicier, Vincenzo LaPuma, e,nel 2004,a Josè Saraiva Martins e Joseph Ratzinger, che in varie circostanze ed in tempi diversi hanno scelto di manifestare la loro devozione a San Tommaso d'Aquino.
Il castello da ieri ad oggi
L'antico sito, dapprima di proprietà dei Conti d'Aquino, poi ereditato dalla famiglia d'Avalos (XV sec.), successivamente dai Colonna(XVI sec.) e appartenuto poi alla nobile famiglia Mancini, da circa trent'anni è di proprietà della famiglia Mastrantoni che ha saputo valorizzarlo e promuoverlo non solo in provincia di Frosinone ma anche a livello nazionale e internazionale. Oggi il complesso storico non è un cimelio chiuso a chiave. È possibile apprezzare il suo fascino da vicino, entrare in quelle stanze che profumano di storia e vivere come in una favola, almeno per un giorno. Non sono pochi i personaggi pubblici che dall'Italia o dall'estero hanno scelto la Corte D'Avalos come cornice di una giornata importante, rimanendo incantati dalle sue scalinate, dai suoi giardini, dai suoi arredi e dall'architettura raffinata che la contraddistingue.
Pagine di storia
Domenica 2 dicembre, come ci spiega il dott. Norberto Mastrantoni, intervenuto per salutarci, alle 15 inizieranno le celebrazioni del millenario del castello, evento aperto al pubblico e durante il quale sarà presentata la "Pergamena" dell'anno 1018 che certifica la presenza del castello.
L'arrivo al castello
Incantati. È proprio così che si rimane varcando l'ingresso della Corte. Entrando nelle sue stanze non è difficile fantasticare sulla vita degli illustri personaggi che qui hanno vissuto e soggiornato. Tra soffitti affrescati, maestose scalinate in marmo, reperti archeologici romanici e medievali, quadri e tappezzerie di un'epoca lontana e affascinante, incontriamo Carla Sbalchiero, la responsabile della struttura.
Oggi, infatti, grazie alla famiglia Mastrantoni che ha fatto dell'antico castello una realtà imprenditoriale solida, conosciuta e apprezzata, è possibile scegliere le sue sale per i momenti più importanti della vita.
Sentirsi re o regine per il giorno tanto atteso, quello del fatidico "sì"; sentirsi dei piccoli principi e delle piccole principesse per il giorno della prima comunione; un po'nobili per un giorno, per festeggiare in una location da favola il tanto atteso diciottesimo compleanno, l'agognata laurea, e ogni altro evento da ricordare. Ma nelle sale del castello si può anche scegliere di cenare un venerdì o un sabato sera qualunque o di pranzare la domenica.
Il ristorante
All'interno del castello c'è, infatti, il ristorante "Corte D'Avalos" che «oltre ad ospitare grandi eventi – come ci spiega Carla – È aperto al pubblico il venerdì e il sabato per cena e la domenica per pranzo».
Pensare di poter cenare ed essere serviti come nobili di un'epoca passata ci affascina non poco. Così come l'idea di trascorrere una domenica a pranzo a "Corte" e passeggiare poi nei suoi immensi giardini.
Perché «gli ospiti che scelgono il ristorante – dice Carla – Hanno la possibilità di visitare l'intera tenuta guidati da noi». Un invidiabile connubio tra storia, arte e cibo. Senza dimenticare il panorama: la veduta dal castello, sia di giorno che di notte, ha un fascino unico. Entriamo nelle sale adibite a ristorante e quello che è impossibile non notare è la raffinata cura dei particolari.
Nulla sembra essere lasciato al caso. «Curiamo tutto nei minimi dettagli. Chi sceglie di venire da noi deve respirare in ogni momento l'atmosfera che c'è qui», spiega Carla Sbalchiero. E l'atmosfera, nemmeno a dirlo, è da fiaba. «Seguiamo i nostri clienti sotto ogni punto di vista, che ci scelgano per il grande evento o per la cena tra amici e, soprattutto, da noi non esiste il catering. Facciamo tutto qui, nella nostra cucina, con i nostri due chef». Una cucina ricercata che non dimentica la tradizione e che, soprattutto, strizza l'occhio alla territorialità: «Lavoriamo molto con i prodotti locali e la ricerca di materie prime e prodotti di qualità è una delle cose alle quali prestiamo maggior attenzione – prosegue – Dai menù di carne a quelli di pesce puntiamo tutto sulla qualità del prodotto ma non possiamo tralasciare la cura e la bravura con le quali i nostri chef lavorano».
Considerando la location, l'offerta dei menù alla carta e l'attenta selezione di vini che la "Corte D'Avalos" offre ci viene da pensare, forse con un velo di pregiudizio, che non sia proprio un ristorante alla portata di tutti. E non riusciamo a trattenerci dal rivolgere a Carla la domanda "più scomoda". Ma quando le chiediamo se il loro sia un ristorante per tutte le tasche, la risposta ci lascia piacevolmente stupiti: «È un ristorante di pregio, ma non abbiamo prezzi di lusso – risponde – Da noi si paga la qualità di quello che si mangia e si beve. La location non è un costo che addebitiamo al cliente».
Come a dire che a Corte D'Avalos sognare è ancora per tutti. E quando si lavora con dedizione e passione come la famiglia Mastrantoni e tutte le persone che da ormai trent'anni lavorano al suo fianco per far sì che questa realtà continui ad essere un fiore all'occhiello del nostro territorio, i risultati non tardano ad arrivare. Il sole che ci aveva accompagnati durante il nostro pomeriggio di visita al castello è ormai tramontato da un pezzo. Dalla cucina iniziano ad arrivare profumi, gli chef sono all'opera. Il castello è pronto a ricevere i suoi ospiti. Lasciamo che Carla accolga i primi clienti della serata, in un venerdì sera qualunque i coperti del ristorante sono tutti prenotati. Questa sera più di qualcuno ha scelto di sognare