S'infiamma la questione chiusura della caccia nella fascia laziale del Parco nazionale d'Abruzzo. «Con il decreto monocratico del presidente Franco Frattini spiega il sindaco di Picinisco Marco Scappaticci la sezione terza del Consiglio di Stato riconosce la fondatezza del ricorso in appello delle associazioni Enpa, Lac, Lav e Wwf e ha nuovamente bloccato la caccia nelle zone a confine con il Parco, riformando l'ordinanza del Tar Lazio che, in contrasto alla precedente decisione del suo presidente, non aveva concesso la sospensiva su ricorso delle associazioni.

Questo provvedimento prosegue Scappaticci rappresenta l'ennesimo colpo al cuore alle comunità dei paesi montani con ripercussioni sulla loro economia che si basa sul turismo e l'agricoltura. Il comune di Picinisco ha già affrontato la questione con otto comuni del versante laziale, già al rinnovo delle concessioni delle aziendefaunistiche deicomunidi Settefrati, Campoli Appennino, Vallerotonda e Picinisco». In merito, Scappaticci annuncia che «il comune di Picinisco ha già dato incarico a un legale al fine di richiedere un risarcimento danni augurandomi che tutti gli altri comuni facciano altrettanto». E ricorda che «tutti noi tuteliamo e preserviamo le specie di animali protetti tra cui l'orso bruno marsicano, che convive da millenni con le nostre attività come la caccia che riguarda essenzialmente il cinghiale».

Poi esorta «tutte le forze politiche a sedersi attorno a un tavolo» e lancia un appello «alla Regione Lazio, al presidente Zingaretti e all'asses sore all'agricoltura e all'ambiente perché convochino un tavolo urgente con le parti in causa al fine di trovare una soluzione». Infine il sindaco Scappaticci si dice vicino al vicepresidente del Parco nazionale d'Abruzzo, il primo cittadino di Settefrati Riccardo Frattaroli, stigmatizzando «gli attacchi di ambientalisti che non conoscono le realtà del nostro territorio, ma giudicano dai salotti di casa».