Ancora nulla è dato sapere sulla riapertura della provinciale Settefrati-Santuario di Canneto, chiusa da oltre due settimane per la frana di massi e terra che il 28 e 29 ottobre scorso travolsero alberi e piante lungo la parete a monte della strada nel tratto che va dalla località Don Bosco alla Valle di Canneto.

«Altre volte era successo e il Comune di Settefrati aveva sempre ripristinato la strada -dice il sindaco del paese Riccardo Frattaroli- ma ora le finanze comunali sono quelle che sono e ho chiesto l'intervento della Regione Lazio anche se, con i suoi rappresentanti locali, da tempo ha abbandonato la Valle di Comino». Parole dure quelle di Frattaroli che tira dentro anche il vescovo Gerardo Antonazzo, al quale ha fatto presente lo stato di fatto chiedendo di intercedere con le amministrazioni interessate per risolvere quanto prima la situazione.

Frattaroli giustifica i suoi timori citando la penosa situazione che da oltre un anno vive un'altra strada provinciale della Valcomino, anch'essa chiusa per la caduta di massi dopo violenti acquazzoni: la Atina-Villa Latina. Come per la frana su quest'ultima strada, anche quella sulla Don Bosco-Canneto fa dire ai responsabili di Palazzo Iacobucci che «la Provincia è parte lesa».
S'intuisce subito che dietro al rimpallo delle responsabilità e al ping-pong delle decisioni c'è soprattutto una questione di soldi.

E così, di rimpallo in rimpallo, la riapertura delle strade chiuse per frana non riesce a trovare a breve una soluzione. Frattaroli intanto, per allentare i divieti di transito da e per il santuario di Canneto, ha emesso una seconda ordinanza nella quale, oltre a quelli dell'Enel e di Acea, si permette il passaggio ai veicoli del Comune di Settefrati, della Provincia di Frosinone, del Parco nazionale, delle forze dell'ordine e, ma solo per validi motivi, al rettore del santuario di Canneto e al responsabile della casa salesiana.