Un avviso pubblico, una prima scrematura, poi i colloqui e la riunione finale del Cda. In mezzo pure polemiche e tante dichiarazioni. È fine settembre del 2016, Annalisa D'Aguanno diventa direttore generale del Cosilam e l'ente si tinge di "rosa" per la prima volta. Ora su quella nomina si accendono i riflettori della procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo. La scorsa settimana, infatti, la squadra informativa del Commissariato, diretta dal dottor Raffaele Mascia, e gli uomini della Finanza guidati dal tenente colonnello Salvatore Rapuano hanno bussato alle porte sia al Consorzio industriale che dell'agenzia interinale Adecco, su delega del magistrato. Insieme hanno acquisito gli atti relativi alla procedura di selezione, faldoni utili a fare luce sulla vicenda partita dalla denuncia presentata da un altro candidato. Dubbi, quelli sollevati, che andranno approfonditi, al fine di verificare la regolarità della nomina, il corretto espletamento della procedura.

La ricostruzione
Il 2 giugno 2016 viene a mancare prematuramente lo "storico" dg, Nino Gargano, anima del Cosilam. Al dolore improvviso si unisce la necessità di affidare la sua imponente eredità. L'allora presidente Pietro Zola assume l'incarico ad interim e a luglio è pronto l'avviso di selezione. Se ne occuperà un'agenzia interinale che procede alla "scrematura", valutando curricula e affidando punteggi in base ai criteri dell'avviso. Tredici i candidati selezionati, undici si presentano ai colloqui. Vengono ascoltati, poi si riunisce il cda che sceglie la D'Aguanno, avvocato, già consigliere regionale e provinciale e comunale. Incassa la "vittoria" e si insedia il primo ottobre. Ci sono reazioni politiche immediate e pure un esposto alla procura. Ora l'acquisizione degli atti, in una attività d'indagine agli albori.

Parla l'attuale presidente
È Mario Abbruzzese, attuale presidente Cosilam, l'unico a parlare: «Non ero presente all'epoca dei fatti, tuttavia dico che la nomina di un direttore è fiduciaria, partiamo da questo dato. Il fatto che il precedente Cda e il precedente presidente abbiano fatto l'avviso pubblico e, addirittura, abbiano affidato a un terzo la valutazione degli idonei rappresenta un elemento di ulteriore trasparenza. Ma siamo assolutamente fiduciosi nella magistratura».