Il 21 ottobre dello scorso anno Matteo Sbaraglia venne arrestato poche ore dopo aver ucciso, a seguito di un raptus di follia, Domenico Pascarella di 59 anni, con una mazza da baseball nel cuore della notte. Una storia che ebbe un enorme clamore visto che si trattava di due vicini di casa, che abitavano uno di fronte all'altro in un condominio di via Sardegna. A maggio si era svolto il processo dinanzi al gup di Frosinone Antonello Bracaglia Morantecon il rito abbreviato, nel quale l'accusato era difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, mentre la famiglia di Pascarella si era costituita parte civile affidando il mandato all'avvocato Alessandro Ruotolo.

Dopo l'udienza il giudice sentenziò che Sbaraglia al momento del fatto non era capace di intendere e volere. Decidendo la libertà vigilata a patto che Sbaraglia si sottoponesse a un programma terapeutico. Ieri però i carabinieri della locale stazione di Sant'Elia Fiumerapido, dopo averlo prelevato da una struttura residenziale riabilitativa e terapeutica della zona dove stava scontando la pena in libertà vigilata, hanno condotto il trentatreenne nella "Rems" di Ceccano. Qui dovrà espiare la pena di dieci anni.