Un'altra puntata della vertenza che da oltre 45 anni vede il Comune contro la famiglia atinate Tutinelli per un esproprio non pagato di terreni a Ponte Melfa, avvenuto nel 1972. Negli anni sono state molte le vicende che hanno contribuito a creare un lungo elenco di atti e carte bollate: stavolta il motivo che pone di nuovo contro il Comune atinate e i Tutinelli è la notifica al municipio di un ricorso della famiglia promosso davanti al Tar di Latina per "l'annullamento della nota del Comune di Atina recante adozione provvedimento espresso sull'istanza di retrocessione del 21 dicembre 2017" e ciò in ottemperanza di una sentenza del 2018.

Tutto comunque ruota intorno all'esproprio che, come detto, i Tutinelli vorrebbero fosse loro riconosciuto e pagato: ciò che fa ritardare l'eventuale pagamento è anche l'ammontare della cifra che si aggira sui 6.000.000 di euro, praticamente un salasso per le casse del Comune.

La vicenda dell'esproprio non pagato riguarda un vasto appezzamento di terreni in località Ponte Melfa ora urbanizzati con case, uffici pubblici, scuole, villette.
Il Comune ha sempre sostenuto che il non pagamento degli espropri derivava dal fatto che nel frattempo si era realizzato un "accrescimento patrimoniale conseguente all'ottenimento di diverse e coeve licenze edilizie per importanti cubature" e, in conseguenza di ciò, si faceva rilevare che "i terreni beneficiati hanno visto ampliare il loro valore in misura pari se non superiore a quello dei fondi ceduti o occupati dal Comune di Atina. Per resistere al nuovo ricorso il Comune pagherà una parcella di poco meno 12.000 euro