Le polveri sottili, i cui effetti spesso non sono immediati ma potenzialmente fatali, ogni tanto tornano a fare paura. A Ferentino, città inclusa in fascia 1 in fatto di inquinamento ambientale, secondo i dati aggiornati di Arpa Lazio, il 14 novembre scorso il livello delle polveri sottili è tornato ad impennarsi, superando la soglia di attenzione stabilita in 50 ug/m3 e raggiungendo 53 ug/m3.

A differenza degli anni passati, però, quando la centralina di monitoraggio della qualità dell'aria era posizionata in zona Sant'Agata, molto più trafficata e vissuta rispetto alla periferica via Pietralata, dove venne spostata, oggi sono appena 11 i giorni di superamento dei valori di PM10 e difficilmente verranno superati i 35 superamenti annui consentiti.

Quindi, non ci sarebbe da preoccuparsi troppo della presenza di polveri sottili, ma forse solo apparentemente. Bisognerebbe confrontare i valori di PM10 relativi alla parte bassa della città con quelli del centro urbano. Vien da pensare, per esempio, a zone presumibilmente più soggette a inquinamento atmosferico, area industriale a parte, leggasi Sant'Agata, Collepero e altre. Per fare ciò sarebbe interessante sistemare centraline mobili in quelle zone, per poi confrontare i valori di PM10 e NO2 con quelli rilevati dall'unica centralina presente a Ferentino, in via Pietralata, zona piuttosto decentrata.

Le PM10 vengono filtrate dall'apparato respiratorio (in particolar modo dal naso) e superano la laringe soltanto in minima parte. Poi ci sono le polveri più piccole (PM2.5 e PM1) che vengono filtrate soltanto in minima parte dall'apparato respiratorio, facilmente assorbite dal sangue e portate in circolazione ad altri tessuti organici. Infine, le nanopolveri sono quelle potenzialmente più pericolose, in quanto superano facilmente qualsiasi barriera frapposta dal corpo e si accumulano persino all'interno degli alveoli polmonari o di altri organi molto delicati.