«Sembravano una falange romana». Così un agente della Digos ha ricostruito gli incidenti, all'incrocio di via Marittima, tra i tifosi del Verona e quelli del Frosinone il 29 novembre 2015.
105 ultrà dell'Hellas sono accusati di radunata sediziosa e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. C'è un secondo processo che riguarda due frusinati e uno stralcio per quattro veneti. I sette arrestati per rissa aggravata, invece, hanno ottenuto la messa alla prova per lavori di pubblica utilità. Ieri erano presenti sette tifosi scaligeri, controllati da uno spiegamento di forze tra poliziotti, giunti per evitare qualsiasi contatto con i frusinati, e i carabinieri che fanno vigilanza al palazzo di giustizia.

L'udienza, davanti al giudice monocratico Palladini, si è aperta con l'audizione del sostituto commissario Andrea Aversa della Digos, tra i primi agenti a portarsi in piazzale Europa alla notizia che un gruppo numeroso di oltre cento tifosi veronesi era giunto, del tutto inaspettato e imprevisto molte ore prima del match. L'agente ha riferito al pm D'Angelo sul  fatto che appena ricevuta la comunicazione della Digos di Verona aveva informato il questore e quindi, con i cinque agenti si era recato subito sul posto. Il teste ha riferito che nonostante gli inviti degli agenti e dei funzionari della questura, tra cui l'allora vicario Navarra, i tifosi del Verona ignoravano l'ordine e rimanevano «a braccia conserte, come una forma di resistenza» ignorando la polizia.
Allora i poliziotti hanno cercato di spiegare che di lì a poco quella «massa nera» sarebbe stata individuata dai tifosi frusinati e giudicata una provocazione.
E, infatti, dopo che i veronesi avevano fatto colazione in un bar, un altro agente notava l'arrivo di una quarantina di tifosi locali. Dopo un periodo di calma scoppiarono i tafferugli.

«Mentre stavo di spalle li ho sentiti marciare e gridare i cori del Verona -ha riferito Aversa- A quel punto anche i tifosi del Frosinone sono rimasti lì in atteggiamento di sfida. I tifosi del Verona sembravano una falange romana».Nonostante gli agenti nel mezzo a frapporsi la situazione è degenerata. «A quel punto hanno fatto esplodere una bomba carta, lanciato un fumogeno su un balcone e i sampietrini. I tifosi del Frosinone hanno lanciato una panchina e rilanciato verso i veronesi le bottiglie che erano state lanciate». All'arrivo del reparto mobile,i  frusinati si sono  dispersi, mentre gli scaligeri, spontaneamente, sono risaliti sui pulmini e portati alla Permaflex.

A seguire sono stati sentiti, su richiesta del loro avvocato Andrea Bacciga, sette dei 105 sotto processo. Le risposte alle domande sono state orientate a sostenere che, all'uscita dell'autostrada non c'era polizia (uno ha riferito a un camioncino del reparto mobile che li aveva superati sulla Monti Lepini), che sono arrivati in piazzale Europa per caso e di essersi fermati lì in quanto era il primo grande parcheggio incontrato. Una quindicina, infatti, erano i pulmini giunti da Verona. Qualcuno ha sostenuto di essere entrato nel centro commerciale quando la situazione si è fatta incandescente. Nessuno di loro, giustificandosi con l'esser distante dal punto critico, ha dichiarato di aver sentito gli ordini dei funzionari di polizia. E alla fine tutti hanno saltato la partita. L'udienza è stata aggiornata per la discussione.