Colpo di scena dopo la consulenza tecnica d'ufficio. Nel processo, con rito abbreviato, per il duplice omicidio stradale dei coniugi Giancarlo Marrandino e Rosaria Orlando, rischia di cadere una delle aggravanti. Francesco Scarsella, 32 anni di Tecchiena, coinvolto nell'incidente mortale del 15 ottobre dell'anno scorso sulla Casilina, in territorio di Ferentino, è sotto processo per duplice omicidio stradale con l'aggravante di essersi posto alla guida sotto l'influsso della droga e senza patente.

Ieri davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, è stato ascoltato il consulente incaricato di valutare le condizioni del guidatore, assistito dall'avvocato Tony Ceccarelli. Secondo il perito, nel momento in cui Scarsella è rimasto coinvolto nell'incidente mortale, era lucido. Non è stato possibile confermare l'ingestione della droga (inizialmente era risultato positivo al test) in quanto avendo fatto solo l'esame delle urine e non del sangue, ciò non è sufficiente ad attestare un'alterazione coeva al fatto. In precedenza la procura aveva affidato al perito Francesco Di Gennaro una consulenza per la ricostruzione della dinamica del sinistro.

L'impatto, in base a quanto ricostruito, è avvenuto nella carreggiata della moto delle vittime. L'auto condotta da Scarsella, che da Anagni viaggiava verso Ferentino, mentre stava affrontando una curva secondo il perito avrebbe avuto un'anomala deviazione a sinistra finendo con l'impattare con la moto. Entrambi i mezzi viaggiavano a velocità contenuta. Secondo il consulente, l'auto, in un tratto con il limite a 50, viaggiava sui 65 chilometri. A Scarsella peraltro sono state contestate pure le aggravanti di aver guidato senza patente per essergli stata revocata nel 2006 e di aver provocato più vittime.

A seguito del sinistro, Scarsella finì in stato d'arresto e venne, per un periodo, piantonato dai carabinieri in ospedale. Le vittime, l'uomo era ingegnere, lavoravano entrambe nell'indotto Fiat. Erano originarie di Aversa e Sant'Antimo. Le loro famiglie sono rappresentate dall'avvocato Enrico Pavia.