Ieri mattina, negli uffici della questura di Frosinone, il benzinaio Domenico Celenza ha formalizzato la denuncia-querela per lesioni personali, violenza privata e minaccia aggravata nei confronti del giovanissimo ivoriano M.B., che nel pomeriggio del 17 ottobre scorso, stando alle accuse, lo aveva aggredito dopo una lite scoppiata tra i due e degenerata, nel distributore in zona "Giardinetti". Celenza nella denuncia racconta la sua versione dei fatti. Dal diverbio scaturito dopo aver notato il giovane ivoriano inveire contro la moglie ferma con la sua auto, insieme ai due figli e a un nipote, allo stop di viale della Libertà in attesa che il traffico congestionato riprendesse a scorrere, al battibecco con tanto di piccola colluttazione con il giovane straniero. E ancora il giovane che sarebbe tornato dopo dieci minuti e lo avrebbe colpito al volto con un pugno a sorpresa per poi fuggire.
Celenza mette nero su bianco anche le minacce di morte ricevute dal giovane alla presenza di testimoni. Ricordiamo che Celenza aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso (dieci giorni di prognosi dovuti a un trauma cranico e varie contusioni su viso, collo e torace). La notizia, ovviamente, aveva fatto subito il giro della città e dei "social". C'era stata una presa di posizione del sindaco Caligiore. L'ivoriano, all'epoca dei fatti ospite nel locale "Centro Sprar" della cooperativa "Diaconia", era stato cacciato da Ceccano. Di lui al momento non si conosce la nuova residenza. Sembrerebbe, inoltre, che il benzinaio abbia sporto denuncia solo ora perché emotivamente provato a causa anche di "pressioni" arrivate da più parti per farlo desistere dalla decisione di recarsi in questura.
«La presentazione della denuncia - dichiara il legale di fiducia, Giampiero Vellucci - è un atto dovuto dalla necessità di punire l'autore di un fatto molto grave, al di là della diversità del colore di pelle e di razza. Stigmatizzo il finto buonismo che aveva spinto più di qualcuno a dissuadere il mio assistito dal recarsi a presentare la denuncia. Se al posto del cittadino africano ci fosse stato un italiano o un europeo, la sorte sarebbe stata la stessa. Qualcuno che ha cercato di impedire la presentazione della denuncia avrebbe dovuto trovarsi al posto del mio assistito e provare gli stessi attimi di terrore così come è accaduto a lui. La presentazione della denuncia deve essere da monito per tutti coloro che attentano all'incolumità di onesti lavoratori ma anche per coloro che, in presenza di fatti gravi, si fanno prendere da ipocrisia e inopportuna solidarietà. Chi ha ospitato il cittadino africano, ovviamente, dovrà dirci se si trova ancora a Ceccano o in un'altra struttura in quanto il mantenimento era reso possibile con i soldi dei contribuenti italiani. Se ci saranno dei comportamenti ostruzionistici, farò scattare una denuncia per favoreggiamento personale».