L'impianto accusatorio della Procura romana nei confronti dei presunti autori degli stupri e della morte di Desirée Mariottini ha subito un duro colpo poche ora fa da parte del Tribunale del Riesame che ha fatto cadere l'accusa di omicidio sul primo immigrato africano che aveva presentato ricorso contro la misura cautelare della detenzione in carcere.

Alinno Chima, conosciuto come Sisco, resterà sì in carcere, ma solo per le accuse di violenza sessuale, peraltro non aggravate dalla componente del gruppo. Non ci sarebbero, secondo i giudici, elementi a sostegno della tesi che l'arrestato abbia avuto consapevolezza che il mix di droghe che la ragazzina di appena 16 aveva assunto (o le era stato fatto assumere con l'inganno) avrebbe sicuramente portato al decesso.

Dopo il ricorso del nigeriano ora la stessa tesi potrebbe essere applicata anche agli altri soggetti finiti in manette con le accuse di omicidio pluriaggravato, violenze sessuali di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti. In queste ore il Gip, invece, dovrà valutare le richieste del Pm che vuole la conferma dell'arresto del quinto sospetto, il 36enne italiano Marco Mancini, ritenuto il "pusher" che riforniva spacciatori e tossicodipendenti di via dei Lucani di psicofarmaci arrestato l'altro giorno dopo una delicata indagine estesa a tutte le farmacie della capitale. Risalendo a quella che aveva venduto i farmaci trovati nel tugurio si è risaliti al giovane italiano che risulta essere del tutto incensurato.