La città ha ricordato ieri, con un minuto di silenzio in consiglio comunale, nel giorno dell'anniversario, i militari italiani caduti nella strage di Nassirya, in Iraq, e la scomparsa del maresciallo capo dell'Esercito italiano Simone Cola, ucciso sempre a Nassirya nel gennaio 2005. Simone era coniugato e residente a Ferentino. Ha lasciato prematuramente la moglie Alessandra Cellini e la figlia Giorgia.

Era il 12 novembre 2003 quando ci fu l'attentato che provocò la strage a Nassirya. Un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base italiana dei carabinieri, provocando l'esplosione del deposito munizioni e la morte di 28 persone, tra queste 19 italiani tra carabinieri, militari e civili. Ferentino ha onorato con una lapide nel parco dell'Orto del Vescovo, i caduti di quella strage per non dimenticare e tramandare il loro sacrificio, perché siano di esempio alle nuove generazioni. Sulla lapide sono incisi i nomi dei carabinieri Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione,Orazio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone; i militari dell'esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci; i civili Marco Beci (cooperatore internazionale) e Stefano Rolla (regista).

Successivamente, il 21 gennaio 2005, un'altra tragica notizia rimbalzò da Nassirya a Ferentino. L'uccisione di Simone Cola, cittadino acquisito di Ferentino, fece piombare la città nel lutto. Negli anni successivi il Comune ha intitolato al maresciallo una scuola e una strada.