Falco pellegrino impallinato in via Casino Bisleti. Il povero animale, ormai privo di vita, è stato rinvenuto nel giardino di un'abitazione. I cittadini protestano: "Spari troppo vicini alle case, bisogna fare qualcosa!". «Una specie protetta da ben due convenzioni internazionali, quelle di Berna e di Bonn. Iscritto tra l'altro nella Lista Rossa compilata dalla Iucn, massima autorità al mondo per la conservazione della natura». A sottolineare la gravità di un gesto tanto insensato quanto terribile è il dottor Marco Belli, veterinario e presidente provinciale Fare Verde associazione di tutela ambientale. «Come presidente Fare Verde –ha dichiarato Belli- mi batto da sempre per pene più severe fino alla sospensione della licenza di caccia per almeno sei mesi per chi viene sorpreso ad uccidere specie non cacciabili».

Un episodio che fa riflettere sia per l'atroce fine di un animale a rischio di estinzione, sia perché quegli spari si sono consumati proprio a pochi metri dalle abitazioni. «La caccia è vietata per una distanza di cento metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro –ha spiegato ancora il dottor Belli- è poi vietato sparare in direzione degli stessi da distanze inferiori a 150 metri. La caccia è vietata per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese quelle comunali non asfaltate) e dalle ferrovie. Evidentemente qualcuno fa finta di niente, con gravi ed evidenti rischi per l'incolumità delle persone (siamo ancora in piena raccolta di olive) ma anche di animali domestici, primi fra tutti i nostri amici a quattro zampe».

E non sono pochi gli incidenti che si verificano già verificati, spesso per imprudenza. Recente anche l'esposto di un gruppo di cittadini di via Crocifisso, contrada Castello, via Piacentini e Coste San Giacomo che si sono opposti al comportamento scorretto di alcuni cacciatori di cinghiale troppo vicini alle case e alle stalle.