Tre baci estorti alla figlia del vicino. Tenendole stretta la testa. Un comportamento che ad un anagnino di 65 anni è costata una condanna a due anni e otto mesi. Così ha deciso, ieri mattina, il gup del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante accogliendo le richieste del pubblico ministero Monica Montemerani. Il condannato dovrà risarcire la vittima in un separato giudizio in sede civile.

Baci estorti con la forza e una mano galeotta che si allunga sulle cosce di una ragazza non ancora tredicenne. Era questo il comportamento contestato all'uomo, in occasione di una gita comune tra le due famiglie e delle cene. Momenti di convivialità tra vicini di casa che si sono trasformati in un incubo per la ragazzina. L'imputato, difeso dall'avvocato Giuseppe Raimondi, in passato colpito da un provvedimento di non avvicinamento alla minore, ha ottenuto di essere processato con il rito abbreviato, ovvero allo stato degli atti e con lo sconto di un terzo. A rappresentare gli interessi della ragazzina, ai fini anche della possibilità di azionare una richiesta di risarcimento danni, c'era l'avvocato Giampiero Vellucci.

I fatti.
Stando a quanto ricostruito dal pubblico ministero Monica Montemerani che ha coordinato anche le indagini, si riferiscono al mese di luglio 2016.
È stata la sorella della vittima a segnalare ai genitori che qualcosa di strano era accaduto. Il nervosismo, le risposte a muso duro, il rifiuto di accompagnare la famiglia nelle gite fuori Anagni, avevano finito per insospettire la sorella. Che così, dopo esser riuscita a far confidare la tredicenne, aveva scoperto quanto poi i genitori hanno denunciato. In base a quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini preliminari, il sessantacinquenne avrebbe costretto la ragazzina con la forza, e contro la sua volontà, a subire dei baci sulla bocca con la lingua.
Per assicurarsi l'impunità stando a quanto gli viene contestato avrebbe detto alla tredicenne di non parlarne con nessuno, altrimenti la madre se la sarebbe presa con lei. Lui si è difeso sostenendo che aveva voluto manifestare l'affetto alla ragazza e che così faceva anche con i nipoti. Una sentenza, per certi versi pilota.
Soddisfatto l'avvocato Giampiero Vellucci: «È la prima volta che viene condannata una persona per atti diversi da quelli sessuali in senso stretto ma per il solo fatto di aver baciato contro la volontà la destinataria. Ma il giudice ha ritenuto che l'aver ricevuto tre baci contro la volontà, peraltro con immobilizzazione della testa, abbia comportato una violenza sessuale»