Quando il Procuratore Carlo Lasperanza apre gli interventi davanti alla Corte d'Assise e spiega che si tratta del delitto di una giovane donna dovuto alle percosse, Gloria Pompili è un po' seduta lì, accanto ad un magistrato che ne ha viste tante eppure descrive piano che «stiamo parlando di una ragazza non fortunata nella sua vita», che «praticava il meretricio ed è morta in conseguenza delle percosse cui è stata più volte sottoposta».

E l'ultima volta, una notte di fine agosto del 2017, è stata fatale. La ragazza, di Frosinone, è stata infatti trovata cadavere sul ciglio della strada regionale dei Monti Lepini, all'altezza di Prossedi, dopo l'ultima aggressione. Per il delitto sono imputati Mohamed Elesh Salem Saad, ieri presente in aula, Loide Del Prete, cugina della vittima tuttora in carcere e che ha rinunciato ad essere in udienza e Mohamed Mohamed Hady Saad, marito di Gloria. La prima udienza del dibattimento per l'omicidio Pompili è stata anche una sequenza di schermaglie tra accusa e difesa sull'ammissione delle prove, tra le altre le testimonianze dei due figli della vittima, entrambi molto piccoli, che sono stati già sentiti a sommarie informazioni e che per accordo tra le parti non verranno ascoltati nuovamente per evitare loro un altro trauma. Si sa dagli atti che il più grande dei fratellini, che sono parte civile al processo per il tramite dell'avvocato Maria Pia Coreno, ha praticamente visto in diretta l'assassinio della madre. Alla lunga udienza di ieri hanno assistito la madre di Gloria e il fratello, anche loro parte civile attraverso l'avvocato Tony Ceccarelli.

Nell'elenco degli elementi probatori depositati dal pm Lasperanza ci sono anche le foto del corpo di Gloria scattate durante l'autopsia; la difesa di Saad Mohamed, rappresentata dall'avvocato Fermina De Bonis, si era opposta alla produzione di quelle foto, in quanto in grado di suggestionare i giudici dell'Assise, ma alla fine l'ammissione è passata perché l'obiettivo di quelle immagini è provare che la morte della giovane donna è avvenuta in seguito alle percosse e che le tracce delle botte non erano solo recenti, bensì numerose lesioni erano datate, compresa la frattura di una costola come riporta la consulenza della dottoressa Cristina Setacci, che sarà sentita insieme al tecnico di parte degli imputati.

Ieri si è proceduto ad una prima escussione dei testi con la ricostruzione del ritrovamento del corpo e dei primissimi accertamenti che hanno subito accreditato la pista dell'omicidio. Peraltro, all'interno della vettura su cui viaggiavano Gloria e gli imputati è stato ritrovato un bastone sporco di sangue. Tracce ematiche che corrispondono a quelle della vittima e dunque quella viene considerata l'arma delle ferite mortali. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 dicembre, quando saranno sentiti altri testi dell'accusa.