Diversi studi hanno evidenziato la correlazione tra inquinamento del suolo e malattie. Le sostanze velenose sono entrate nella catena alimentare. E a farne le spese è stato chi mangiava prodotti della zona.
I risultati del monitoraggio del dipartimento epidemiologico del Lazio sulla popolazione entro un chilometro dal fiume Sacco sono terribili. La contaminazione da beta-esaclorocicloesano aumenta per chi è stato esposto più a lungo e mangia prodotti allevati e coltivati in loco. Contaminazione elevata per gli over 50 e 70 e per chi ha consumato carne, polli, uova e formaggi.
«L'analisi - si legge nel dossier - è stata incentrata sul ruolo dei singoli cibi prodotti nella zona» per valutare l'esistenza di una contaminazione. E, dunque, «un ruolo fondamentale ha avuto il consumo di carne bovina e di uova di polli allevati nell'area contaminata». Il Sacco «è stato veicolo per la contaminazione delle aree riparali attraverso esondazione o a seguito di irrigazione dei terreni con acque captate dall'alveo fluviale o per una combinazione dei due fenomeni». La contaminazione è avvenuta in un'area che «da anni era sottoposta ad una forte pressione ambientale a causa dell'inquinamento atmosferico causato dall'industria chimica e dall'amianto usato nel complesso industriale».