Permane alta la tensione nelle carceri del Lazio. Ieri pomeriggio si è verificata una aggressione ad un poliziotto penitenziario nel carcere di Frosinone. «Una situazione allucinante, tanto più grave se si considera che questa è l'ennesima aggressione che avviene in un carcere del Lazio», commentano Franco d'Ascenzi e Piero Pennacchia, segretari frusinati del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo della categoria. «Oggi (ieri, ndr) pomeriggio l'ennesima aggressione da parte di un detenuto straniero ad un'assistente della Polizia Penitenziaria. È successo alla Settima sezione detentiva a regime aperto. Il detenuto ha chiesto di parlare con il Preposto e l'avrebbe preteso nell'immediatezza, per questo motivo ha iniziato a colpire l'assistente di Polizia Penitenziaria con violenti pugni all'addome assumendo una posizione da pugile, con evidente intenzione di fare del male. Il collega colpito è stato trasportato al vicino pronto soccorso dove gli è stata riconosciuta una prognosi di 15 giorni per contusioni alle costole. Al poliziotto coinvolto nella vicenda vanno la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare ai colleghi per l'intervento di soccorso che ha permesso di bloccare l'aggressore».

Donato Capece, segretario generale del Sappe, sollecita Ministro e Capo Dap a intervenire,: «Quella di Frosinone è l'ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di un detenuto ai danni di diversi poliziotti penitenziari, ai quali va la nostra solidarietà. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante, nonostante si sprechino dichiarazioni tranquillizzanti sul superamento dell'emergenza penitenziaria: la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. E da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, gli episodi di violenza contro i poliziotti sono aumentati. È evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei reparti di Polizia Penitenziaria del Lazio».