"Non è un boss della droga, è distrutto dal dolore", queste le parole di Oreste Palmieri, l'avvocato di Gianluca Zuncheddu, papà di Desirèe, la ragazza di 16 anni di Cisterna di Latina strappata alla vita in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma. Secondo quanto riportato da alcuni media nazionali, infatti, Zuncheddu sarebbe stato descritto come una figura di spicco per quanto riguarda lo spaccio di stupefacenti nella città di Cisterna di Latina.

Tanto da porre un veto ai pusher di zona di vendere dosi alla figlia che sarebbe stata così "costretta" a rifornirsi a Roma. Una notizia smentita categoricamente dal legale che è stato intervistato da Radio Cusano Campus: "Non ha una sola sentenza definitiva ma un unico procedimento per violazione della legge sugli stupefacenti, tra l`altro molto datato, per il quale è a piede libero ed è ancora in corso il primo grado di giudizio al Tribunale di Latina. Conosco Zuncheddu da diversi anni, si è sempre interessato della figlia, ha sempre cercato di starle vicino - riporta l'agenzia di stampa Askanews - tant`è che quando ha avuto dei problemi la madre ha sempre chiamato lui".

Alla domanda sul perché la madre di Desirèe abbia denunciato il marito per stalking, il legale ha risposto: "Quando si sono lasciati un paio di anni fa, come accade in molte separazioni, c'era risentimento. Ci sono stati dei litigi e sempre a causa delle figlie, perché Zuncheddu e Mariottini hanno anche un`altra figlia più piccola".

Sui rapporti con la figlia, l'avvocato ha detto. "La vedeva spesso, avevano rapporti normalissimi di padre-figlia. Nell`ultimo periodo, quando ci sono state le denunce, Desirèe cercava di prendersi i propri spazi, come accade a molti figli di genitori separati, se avessero una famiglia unita alle spalle quegli spazi non gli verrebbero concessi perché sarebbero più controllati. Negli ultimi due anni la situazione di Desirèe è degenerata" ma il padre "non aveva capito che la figlia stesse vivendo un momento difficile. Zuncheddu "è un uomo distrutto dal dolore, come per qualsiasi altro padre che deve affrontare una tragedia del genere, una persona che non riesce nemmeno a parlare per il dolore che sta vivendo".

Si chiama Yusif Salia il cittadino gambiano catturato oggi a Foggia dagli uomini della squadra mobile di Roma e Foggia e del commissariato di San Lorenzo oltre al Servizio di Polizia Scientifica. In Italia da irregolare, l'uomo è ritenuto responsabile, insieme ad altri tre, dell'uccisione della giovane Desirèe Mariottini nell'ormai tristemente celebre rudere abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma.

Salia è stato catturato all'interno della zona denominata "ex pista" di Borgo Mezzanone, a Foggia. La zona individuata è quella adiacente al C.A.R.A., dove insiste un insediamento di cittadini extracomunitari che non hanno più titolo ad essere ospitati all'interno della struttura. Per tale ragione è stata interessata la Squadra Mobile di Foggia il cui personale, congiuntamente ai colleghi di Roma, a seguito di incessanti servizi di osservazione ed appostamento, è riuscito ad individuare una delle tante baracche dove il ricercato poteva nascondersi.

D'intesa con la Procura della Repubblica di Roma, che ha coordinato tutta l'attività, gli investigatori hanno effettuato un intervento rapidissimo all'interno dell'insediamento abusivo, dirigendosi verso la baracca che è stata immediatamente circondata dai poliziotti. Gli agenti hanno sfondato la porta di ingresso e, dopo aver fatto irruzione, hanno individuato e catturato il cittadino extracomunitario ricercato che ha dichiarato diverse generalità, spacciandosi per un'altra persona. Posto in sicurezza, Salia è stato identificato e subito dopo dichiarato in stato di fermo e condotto in Questura.

Dopo la cattura è stata effettuata un'accurata perquisizione all'interno della baracca, dove è stato rinvenuto svariato quantitativo di stupefacente: 11 chili di marijuana suddivisi in 50 pacchi, 194 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi, due buste di resina per un totale di 122 grammi e 4 dosi di metadone; inoltre, sono stati rinvenuti una pistola giocattolo e un bilancino di precisione.

di: La Redazione

E' stato fermato dalla polizia anche il quarto uomo ritenuto responsabile dell'efferato omicidio della giovane Desirèe Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina, uccisa da un branco di spacciatori africani all'interno di uno stabile abbandonato del quartiere romano di San Lorenzo. Negli ultimi due giorni era infatti partita la caccia al quarto uomo che, secondo gli investigatori, avrebbe partecipato attivamente alla violenza sul corpo quasi esanime della ragazza che era in preda agli effetti di un cocktail di droghe. L'arresto è avvenuto nei pressi di Borgo Mezzanone, alla periferia di Foggia. Dell'uomo si sa soltanto che anche lui è di origini africane (probabilmente un gambiano) e irregolare in Italia. Il suo fermo segue quelli di sono senegalesi Mamadou Gara, e Brian Minteh, di 27 e 43 anni, il terzo nigeriano, Alinno Chima, 46 anni.

di: Gianpiero Terenzi