Con una scusa aveva convinto l'amica della figlia a salire in auto con lui. Poi, in una zona appartata di campagna, in un boschetto tra Alatri e Vico nel Lazio, si era consumata la violenza sessuale. Lui, 49 anni, con una condanna alle spalle per rapina, era stato ammesso alla misura alternativa al carcere attraverso l'affidamento in prova al servizio sociale, lei, 14 anni, è un'ex vicina di casa dell'uomo. Sono l'autore e vittima, secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Alatri diretta dal maggiore Gabriele Argirò, di una violenza sessuale consumatasi il 1° settembre. Ieri i militari dell'Arma hanno notificato all'uomo un'ordinanza di custodia cautelare. Peraltro il quarantanovenne a inizio mese era stato arrestato con l'accusa di aver violato le disposizioni della messa alla prova. In pratica secondo le accuse non sarebbe andato al lavoro.

La ragazzina aveva ottenuto dal padre il permesso di andare a trovare l'amica. Le famiglie, infatti, un tempo vicine di casa a Vico nel Lazio, si frequentavano. Solo che, venuto il momento di riaccompagnare a casa la quattordicenne, si è consumata la violenza sessuale. Quaranta lunghi minuti nei quali la vittima, secondo la denuncia, rimase in balia dell'aggressore.

Dopo il fatto, la ragazzina ha esitato a denunciare e si è confidata con delle amiche, ma il giorno dopo ha confessato tutto ai genitori. Così è stata accompagnata all'ospedale di Frosinone dove è stata visitata e le sono stati diagnosticati 20 giorni di prognosi. Nel mentre veniva formalizzata la querela. Così è partita l'indagine: sono stati effettuati accertamenti, anche con l'ausilio dei carabinieri del Ris, mentre la vittima è stata sentita in forma protetta.

Stando alle accuse, l'uomo avrebbe tentato di sviare le indagini, inducendo i familiari a rendere dichiarazioni reticenti agli investigatori. Le investigazioni scientifiche eseguite sugli indumenti della vittima hanno permesso di rinvenire, all'interno dei pantaloni, tracce di Dna, perfettamente compatibili con il profilo genetico dell'arrestato, che è difeso dall'avvocato Carla Parmeggiani.

La vittima è rappresentata dagli avvocati Giampiero Vellucci e Riccardo Masecchia che hanno commentato: «Si tratta di una piccola forma di ristoro in quanto la giustizia ha fornito una risposta immediata a un fatto gravissimo anche se questo ristoro non potrà mai essere sufficiente ad eliminare le conseguenze che la ragazzina si porterà dietro per tutta la vita».