Guglielmo Mollicone e Maria Tuzi ieri sera a "Chi l'ha Visto" per parlare ancora una volta della morte di Serena e di quella di Santino, ora che le indagini della procura di Cassino sono state chiuse e a breve si attendono importanti novità. Un ampio spazio, quello dedicato al servizio sui due grandi casi che indissolubilmente sono legati fra loro. E loro, Maria e Guglielmo, lo hanno sempre saputo. Guglielmo è sempre stato convinto, come la figlia del brigadiere, che Santino non si sia ucciso in auto: troppe incongruenze. E anche ieri sera sono emerse, ancora una volta, luci e ombre di storie indissolubilmente legate tra loro, tra depistaggi e una valanga di non-detto.

Dall'utenza da intercettare, che qualcuno volutamente scrive in modo sbagliato subito dopo la morte di Serena così da rallentare le indagini, al ritrovamento di droga in casa Mollicone, per non parlare del cellulare scomparso e poi riapparso. E ancora la storia di Belli - rimasto 17 mesi in carcere con l'accusa di omicidio - poi assolto con formula piena: appena tornato libero, Carmine troverà un carabiniere ad aspettarlo che gli chiede scusa e gli dice di essere felice della sua scarcerazione. Quel carabiniere è Santino Tuzi. Lo stesso che per primo racconterà della presenza di Serena in caserma.

Poi, però, due giorni prima del confronto in procura verrà trovato morto in auto. Una morte ancora avvolta da dubbi. "Mio padre era tranquillo - ha ribadito Maria Tuzi - Mio padre quel giorno era di riposo. Stava lavorando all'orto, riceve una telefonata ma ancora oggi non sappiamo chi lo ha chiamato prima della sua morte. Nessuno condusse indagini mirate e ora le dichiarazioni di mio padre sono nel fascicolo di Serena e dunque ancora secretate".