Non ha firma, non ha bisogno di alcuna presentazione, di alcun preambolo. E' la lettera di un marito e dei suoi figli che, con dolore ma con grandissima dignità, hanno accompagnato l'amata moglie e madre verso il suo ultimo viaggio. Una tappa che mai avrebbero pensato di dover affrontare, mai così presto, mai in un momento della vita in cui nulla faceva pensare al peggio. Ma in questo atto finale di un calvario tanto doloroso quanto ingiusto hanno trovato ad aiutarli, sostegno umano e professionale senza eguali, il personale del "San Raffaele" di Cassino. Ed è a loro che è indirizzata questa lettera, messaggio di un amore bello e vero, senza confini, amore che va oltre la morte.

"Quando un male spietato ed ingiusto, come quello che ha portato via Maria Teresa, si presenta e sai che ben poco resta da fare, ti senti spaesato, terrorizzato, impotente davanti a tanto dolore e tanta sofferenza. Poi accade che arrivi in un posto che sai essere l'atto finale di un percorso che mai avresti voluto intraprendere. Arrivi in una struttura per malati terminali con l'angoscia nel cuore e un nodo nella gola.

E pensi a come spiegare alla tua parte di vita cosa sia quel reparto. Magari pensi ad una pietosa bugia. Non è servito inventare nulla. Perché i medici, gli infermieri e i portantini dell'hospice del "San Raffaele" di Cassino con grande umanità, con amore, con professionalità, hanno preso per mano me e i miei figli distrutti dal dolore ed hanno "coccolato" mia moglie senza che lei si sentisse una malata terminale.

Hanno curato la sua anima e non solo la malattia. Hanno fatto sentire Maria Teresa a casa, quella casa che tanto ha amato. Strutture simili, così importanti per chi deve affrontare un calvario senza fine, sono di vitale importanza. Concludo questo mio breve ringraziamento con un abbraccio forte verso questi "angeli in camice" e con il sorriso di mia moglie. Sono certo che anche lei, come me, avrebbe preso carta e penna e fatto la stessa, identica, cosa.