Una coppia convivente, lui italiano di Frosinone, lei romena. I due hanno un bambino che, a un certo punto, la madre si riporta nel Paese d'origine e impedisce al padre di vederlo.

È iniziata all'epoca, circa due anni fa, la battaglia legale del genitore ciociaro, conclusa ora positivamente con una pronuncia della Corte d'appello di Bucarest che ha intimato alla madre di riconsegnare il figlioletto al padre. La coppia vive insieme fino a quando il bimbo ha un anno. Poi, nell'estate del 2016, la donna informa il convivente della necessità di tornare in Patria per alcune pratiche amministrative relative a un altro figlio, avuto dall'ex marito romeno. La donna a quel punto riparte e, data la tenera età, porta con sè anche il figlio avuto con il frusinate. Tuttavia, a quest'ultimo comunica praticamente subito la sua intenzione di non rientrare in Italia e di non fargli vedere il bambino.

L'uomo non ci sta e decide di intraprendere un'azione legale per ottenere l'affido esclusivo del minore. Vengono intraprese così due azioni una in Italia e l'altra direttamente in Romania. Attivata anche la procedura presso il dipartimento per la giustizia minorile del ministero degli Esteri, sulla base della convenzione dell'Aja del 1980. Il genitore lamenta la sottrazione del bimbo. E, in base a ciò, ne chiede la restituzione.

Nel frattempo, il frusinate ha difficoltà anche a relazionarsi con la madre. Raramente, al telefono, riesce a parlare con il figlio. Nel frattempo, soprattutto in Romania, l'iter giudiziario va avanti. Dopo un primo esito sfavorevole, l'uomo fa ricorso alla Corte d'appello di Bucarest. E questa gli dà ragione. I giudici di secondo grado riconoscono la sottrazione internazionale del minore e ordinano alla madre di riconsegnare il bambino al padre. L'uomo, che è rappresentato dagli avvocati Antonio La Bella e Tiziana Santodonato, è partito per la Romania e ha così potuto riabbracciare il figlio che si è portato con sé. Alla madre, infatti, non è rimasta altra scelta che dare esecuzione alla sentenza del tribunale e romeno e seguire il figlio in Italia. Ora i due cercheranno di trovare un'intesa comune nell'interesse del bambino e in attesa dell'esito della procedura attivata in Italia che risulta tuttora pendente.