La mosca olearia ha distrutto le olive, un'annata in sofferenza per molti agricoltori. Si salvano solo alcune coltivazioni. Si dimezza così la produzione di olio di qualità in tutto il territorio di Veroli. 

Annata olivicola in sofferenza. Tranne poche eccezioni, quintali di olive resteranno sugli alberi e tanti dovranno dare fondo alle riserve. «La produzione purtroppo è scarsa –ha confermato Antonio Oropallo, presidente della coop agricola "Coltivatori verolani" oleificio sociale - le olive hanno subìto l'attacco della "moschetta" (la mosca olearia), soprattutto a San Giuseppe le Prata, Sant'Anna verso il Crocifisso. Più di qualche produttore non raccoglierà. Il caldo e l'umidità hanno giocato un brutto scherzo. In questo caso, è inutile produrre olio anche perché ne risentirebbe la qualità stessa del prodotto.

Speravamo di cavarcela, avendo fatto in anticipo le dovute indagini. Fino ai primi di settembre non c'era traccia della mosca, qualche giorno dopo è iniziata l'invasione e non c'è stato nulla da fare per salvare il raccolto». L'oleificio in via Madonna degli Angeli è l'unica cooperativa sociale presente sul territorio di Veroli, diretta dal presidente Antonio Oropallo, dal vicepresidente Augusto Simonelli, dal ragioniere Giuseppe Frantellizzi e dai membri del consiglio. «Una coop nata tramite la Coldiretti negli anni 70 – ha spiegato Simonelli – a cui hanno aderito molti coltivatori. Oggi abbiamo circa 150-200 soci. Una realtà che non ha debiti, tutti gli interventi si fanno con fondi propri, con il disavanza tra costi e ricavi.

Ma è Antonio che gestisce materialmente il frantoio. Quest'anno siamo un po' preoccupati perché se la raccolta è bassa non riusciremo a coprire tutte le spese. Però la nostra è una realtà sana e cerchiamo di portarla avanti». L'olio della coop ha una sua etichetta e viene distribuito nei supermercati locali. Tanti anche i clienti privati. Un prodotto di qualità quello che il frantoio produce e l'olio è extravergine di oliva al 100%.
«Le olive prima della lavorazione non entrano nei sacchi ma nelle cassette –ha spiegato Oropallo- importante è poi la temperatura che manteniamo a 25 gradi massimo, diversamente da altre realtà che per aumentare la resa alzano i gradi. L'olio però non è di qualità come il nostro».