Adolescenti in gruppo, dopo le 22.30, per consumare droghe leggere. Il trio di giovanissimi si trovava in via Garigliano quando la polizia ha deciso di fermarsi per controllarli, impegnati com'erano nelle verifiche del territorio unitamente al nucleo anti-crimine. Neppure il tempo di pensarlo che, alla sola vista delle auto degli uomini del dottor Raffaele Mascia i minorenni hanno iniziato a scappare. Uno, però, è stato fermato. A terra c'era un piccolo quantitativo di marijuana. Per lui, 14 anni, la segnalazione in prefettura e la "riconsegna" ai genitori. Ad allarmare, tuttavia, è il dato sociale: ragazzini delle medie in giro in tarda serata per sballarsi un po'. Droga acquistata, magari, da coetanei o da ragazzi più grandi capaci di "instradarli" sulla cattiva via o da extracomunitari che, nella zona stazione, hanno uno dei "punti" di maggiore smercio. È la soglia di età così bassa a far accendere, da sempre, i riflettori sul fenomeno.

«Le richieste di ingresso in comunità, registrate dal nostro centro di ascolto, da parte di minori raddoppiano di anno in anno ma quel che impressiona maggiormente è l'incidenza di disturbi psichici». A confermare l'uso dilagante tra minorenni è Luigi Maccaro, responsabile di Exodus. «Nella nostra comunità gli psicoterapeuti rilevano patologie psichiatriche connesse all'uso di droghe che stanno modificando profondamente le strategie operative degli operatori. La superficialità con la quale troppi adulti trattano la diffusione della cannabis è terribile come pure la diffusione di negozi che a Cassino vendono prodotti a base di cannabinoidi. La cannabis è la porta d'ingresso per migliaia di adolescenti verso una vita senza prospettive che spesso si trasforma anche in un'autostrada verso il baratro della dipendenza».

Ma il punto è anche un altro: la rete che viene tesa per far cascare ad arte più minori possibili. A volte, le "aziende" dello spaccio si servono di baby pusher per calamitare più ragazzini possibili. «Sfruttare la fragilità dei ragazzini conclude Maccaro per lucrare enormi profitti è vergognoso e immorale. La sedicenne trovata morta di overdose qualche giorno fa in una stazione di Udine dovrebbe essere l'ennesimo monito a riassumerci la responsabilità di una diversa educazione in famiglia, a scuola e nei contesti del tempo libero».