Riciclaggio aggravato, diversi reati tributari, occultamento delle scritture contabili e cinque milioni e mezzo di euro sottratti al fisco. Tutto studiato ad arte, con tanto di sede fittizia a Londra per evadere le tasse in Italia. Al centro della maxi operazione contro l'evasione fiscale messa a segno ieri dalla guardia di finanza c'è una società sorana costituita da un gruppo di imprenditori del posto. Sedici i denunciati, che i finanziari ritengono responsabili a vario titolo di una lunga lista di reati. Sono accusati di aver messo su una vera e propria organizzazione non solo per frodare il fisco italiano, ma anche per truffare le banche ottenendo linee di credito importanti: poco meno di tre milioni di euro secondo quanto ricostruito nella lunga e minuziosa indagine di polizia giudiziaria condotta dalle fiamme gialle di Sora e coordinata dal comando provinciale di Frosinone. I complessi e articolati controlli hanno impegnato gli inquirenti per più di un anno. Si è trattato infatti di ricostruire il vero volto di una società con sede a Londra ma in realtà operante a Sora. Ne è emerso un sofisticato sistema di frode fiscale attraverso il quale il gruppo di imprenditori, oltre a sottrarsi al fisco, avevano realizzato una truffa nei confronti di alcuni istituti di credito attraverso una società ufficialmente trasferita in Gran Bretagna. Che però i finanzieri hanno scoperto avere la sede operativa e gestionale a Sora. Gli investigatori hanno appurato che alcuni imprenditori del gruppo, presentando alle banche dei crediti in realtà insussistenti per un valore complessivo di oltre 2,8 milioni di euro, ricevevano l'immediata disponibilità di denaro sui conti correnti di una società sorana, soldi che successivamente venivano prelevati per fini propri. Non solo.

Gli stessi imprenditori, per non onorare i debiti contratti con le banche e sottrarsi alle azioni di responsabilità amministrativa, civile e penale, simulavano una serie di operazioni societarie con la cessione di quote a prestanome (l'ultimo dei quali di nazionalità slovacca), vari cambi di amministratori (l'ultimo anche lui slovacco), modifica della denominazione nonché tre trasferimenti di sede, il primo dei quali dall'Italia alla Gran Bretagna e gli altri due nella capitale inglese. Inoltre la guardia di finanza contesta loro l'occultamento delle scritture contabili e l'omissione delle dichiarazioni fiscali sia in Italia che in Gran Bretagna. Le indagini hanno evidenziato che tutti gli asset societari erano rimasti nelle mani degli stessi imprenditori sorani e che, di fatto, l'attività societaria era proseguita nella sede di Sora con l'interposizione di soggetti apparentemente terzi. Infatti la sede londinese della società, fraudolentemente trasformata in società di diritto britannico, era una semplice domiciliazione costituita apposta per poter aggirare leleggi fiscali italiane, visto che gli elementi raccolti dai finanzieri hanno dimostrato che l'effettiva residenza fiscale avrebbe dovuto essere in Italia. A conclusione dell'indagine, sedici persone sono state denunciate alla procura della Repubblica di Cassino come responsabili, a vario titolo, di diversi reati contro il patrimonio, riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali e all'occultamento delle scritture contabili. Dall'inizio dell'anno sono già otto le indagini concluse dalla guardia di finanza di Frosinone nel campo del riciclaggio di denaro sporco, con 57 denunce e un importo di oltre 39 milioni di euro.