Nomi e bonifici falsi per assicurare l'auto a terze persone. E la truffa è servita. La procura di Frosinone, dopo aver chiesto l'archiviazione nei confronti di tre ciociari, accusati di frode assicurativa, avrà ora altri 120 giorni di tempo per risalire all'identità di chi ha organizzato il raggiro nei confronti di una compagnia assicurativa. Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari Ida Logoluso accogliendo l'opposizione alla richiesta di archiviazione sollevata dalla Zurich insurance company, parte offesa nel procedimento.

Stando alla querela, dei soggetti, allo stato ignoti, hanno utilizzato i dati anagrafici di tre persone che sono state indagate e un indirizzo email, sempre lo stesso per tre pratiche. Così facendo sono stati conclusi tre contratti di assicurazioni «che, verosimilmente come ricostruito dalla procura avevano consegnato ai reali proprietari dei mezzi a fonte del pagamento degli stessi».
I contratti erano andati a buon fine a seguito della presentazione all'agenzia di assicurazioni di falsi bonifici nei quali veniva attestato il pagamento del premio assicurativo concordato. I bonifici risultavano effettuati dalla filiale frusinate di un istituto di credito nazionale. All'apparenza, dunque, tutto era sembrato regolare: i nomi dei sottoscrittori, i bonifici come pure i proprietari dei mezzi (diversi dai contraenti) che venivano assicurati. Solo in un secondo tempo, però, l'assicurazione aveva provveduto ad annullare i contratti, una volta appurato che i bonifici erano falsi e che nessun premio era stato pagato.
Da qui era partita la querela e l'avvio di un'inchiesta da parte dalla procura di Frosinone. Ad essere indagati erano stati coloro che risultavano essere i firmatari dei contratti, ovvero tre persone di 37, 45 e 51 anni, difese dall'avvocato Daniele Mieli. Tuttavia, l'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Adolfo Coletta non ha portato a far emergere un quadro di responsabilità nei confronti degli indagati. Anzi. Il pm ha rilevato che «gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei in realtà a identificare i reali autori dei fatti oggetto della querela che non si identificano negli indagati ed evidentemente anche nei proprietari dei mezzi, anch'essi danneggiati dall'annullamento dei contratti di assicurazione». La procura ha evidenziato, tuttavia, anche alcune «incongruenze nella gestione della stipula dei contratti».

Infatti, se da una parte è possibile contrarre un'assicurazione in favore di terze persone, nella circostanza specifica mancherebbe la necessaria verifica sul proprietario del mezzo, anche con riferimento all'attribuzione della classe di merito. «La società -ha rilevato il pm- ben potendo effettuare una verifica quasi in real time, aveva inviato i contratti senza effettuare lacuna attività di riscontro». Tuttavia, il gip ha ritenuto opportuno, su sollecitazione della compagnia assicurativa che si è opposta all'archiviazione, proseguire, per altri 120 giorni, nelle indagini per arrivare agli effettivi autori del reato.