L'evasione fiscale si combatte anche in Comune. Sono sempre più le amministrazioni che, come quella frusinate, hanno sottoscritto accordi con la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate. Un modo per stanare i furbetti che percepiscono agevolazioni non dovute o non pagano i tributi pur usufruendo dei servizi.
L'ufficio studi della Cgia di Mestre ha monitorato il fenomeno e stilato una graduatoria, per il 2017, tra i capoluoghi di provincia che hanno inviato segnalazioni all'amministrazione finanziaria o alla Guardia di finanza. Frosinone, in questa classifica, è trentaquattresima (su 63) per importo recuperato per contribuente con 19 centesimi. A livello di somme recuperate è quarantesima con 5.558 euro.

La classifica vede al vertice Bergamo con 5,85 euro recuperati a contribuente. Al secondo posto c'è Prato con 5,14 euro e al terzo Reggio Emilia con 3,71. Tra le prime dieci anche Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Rimini, Genova, Cremona, Ancona e Ravenna, che spaziano tra i 2,34 del centro calabrese all'1,60 della città romagnola. Tra i 63 capoluoghi che hanno inviato segnalazioni, il recupero dell'evasione assomma a zero euro per contribuente a Cagliari, Lodi, Pisa, Terni e Napoli.

In valori assoluti, la Cgia assegna la palma della città più virtuosa a Milano. «Sebbene l'importo recuperato sia comunque contenuto - scrive la Cgia - dalle segnalazioni effettuate agli 007 del fisco il capoluogo lombardo ha recuperato 1,3 milioni di euro. Segue Genova con 967.577 euro, Prato con 751.620 euro e Torino con 517.952». E, come spesso accade, l'Italia appare divisa in due. «Tra le grandi aree urbane del Sud, invece, Reggio Calabria ha incassato 250.566 euro, mentre tutte le altre hanno riscosso cifre risicatissime». A partire da Messina con 16.095 per passare a Palermo con 6.646 e Siracusa con 3.763.
C'è ancora molto da fare per combattere l'evasione, osserva l'associazione degli artigiani di Mestre. «Tra i 7.978 comuni presenti l'anno scorso in Italia - rileva la Cgia - solo 435 (pari al 5,4 per cento del totale) si sono attivati per contrastare l'evasione, segnalando all'amministrazione finanziaria o alla Guardia di finanza situazioni di presunta violazione delle normative fiscali e previdenziali compiute dai propri cittadini che, successivamente, hanno dato luogo a un effettivo recupero di imposta. In termini di gettito, invece, nel 2016 (ultimo dato disponibile) i sindaci hanno potuto incassare poco più di 13 milioni di euro».
La situazione viene stigmatizzata dall'associazione che mette sul bando degli accusati soprattutto le grandi realtà metropolitane. «Il 70 per cento dei Comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti, per cui è comprensibile che non abbia le risorse economiche e le professionalità sufficienti per attivare queste misure di contrasto all'evasione - afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell'ufficio studi - Difficile, invece, trovare una giustificazione per i sindaci delle grandi aree urbane, in particolar modo del Sud, che, ad eccezione del primo cittadino di Reggio Calabria, l'anno scorso hanno recuperato, quando è andata bene, solo poche migliaia di euro».

Anche sul fronte degli accertamenti per regione, la Cgia denuncia una «scarsa sensibilità». E dove è maggiormente possibile intervenire è il settore delle costruzioni, ricordano dalla Cgia: il tema degli abusi edilizi è particolarmente sentito. «L'anno scorso nelle 6 regioni del Mezzogiorno - commenta il segretario Renato Mason - secondo quanto emerge dall'allegato al Def 2018 che riporta gli indicatori di benessere equo e sostenibile, ogni 100 abitazioni costruite legalmente, 50 erano abusive. Nel Nordest, invece, la media era del 5,5. Orbene, come è possibile che su poco meno di 1.750 Comuni ubicati al Sud, solo 164 abbiano effettuato una segnalazione qualificata all'Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza?».

Nel 2017, rispetto all'anno precedente, le segnalazioni effettuate dai Comuni sono in lieve crescita, da 1.156 a 1.172, ma decisamente in calo rispetto al 2012 quando era stata toccata quota 3.455. Dal 2012 - ricorda la Cgia - la quota riconosciuta ai sindaci sulle maggiori entrate tributarie recuperate dall'attività di accertamento è pari al 100%. Cinque le macro aree sulle quali i Comuni possono inviare segnalazioni qualificate di comportamenti evasivi: commercio e professioni, urbanistica, patrimonio immobiliare, residenze fittizie all'estero e disponibilità di beni oltre la capacità contributiva.
Il consigliere comunale Danilo Magliocchetti ha evidenziato che il dato di Frosinone «testimonia il buon lavoro prodotto fino ad oggi dall'ammnistrazione Ottaviani e dall'assessore al bilancio Mastrangeli. Infatti, grazie ad una gestione attenta, competente e scrupolosa delle casse comunali, ha determinato una cura virtuosa delle finanze, ed ha prodotto l'ulteriore importante effetto di contribuire al recupero dell'evasione. Una circostanza che, in termini di somme assolute recuperate, non è così rilevante, ma è certamente significativa».