Sono in programma nella giornata odierna gli interrogatori di garanzia per l'inchiesta "Conquibus" di Parma. Faccia a faccia con il gip che ne ha disposto gli arresti domiciliari da mercoledì per il medico frusinate Franco Aversa, 69 anni. All'ematologo vengono contestati 31 capi d'imputazione, tra i quali corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ideologico e abuso d'ufficio. Il medico avrà modo di chiarire la propria posizione e fornire al magistrato la propria versione dei fatti con riferimento alle accuse che gli vengono mosse a seguito degli accertamenti condotti dai carabinieri del Nas di Parma. Sempre che il professore, come suo diritto, decida di non rispondere alle domande del gip.

Le due figure chiave dell'inchiesta, così come ricostruito dagli investigatori, sono il professore e l'imprenditrice perugina Paola Gagliardini, organizzatrice di eventi medico scientifici.
L'accusa è che i congressi servivano per favorire i prodotti delle società che li sponsorizzavano. In tal senso si collegherebbe la lista dei buoni e dei cattivi. I primi avrebbero visto i propri prodotti nel prontuario regionale. Ma ad Aversa vengono contestati anche altri reati. La truffa per aver svolto come sostiene l'accusa attività professionale fuori provincia nonostante il contratto di esclusiva con il quale era legato all'ospedale di Parma. Sotto accusa anche le procedure seguite per la nomina a professore di Malattie del sangue dello stesso Aversa. Per l'accusa il frusinate avrebbe concordato gli esaminatori che avrebbero dovuto valutarlo.

I carabinieri del Nas hanno poi evidenziato altre cinque procedure di selezione di collaboratori che avrebbero avuto la strada spianata. «Dapprima veniva individuata la persona da assumere -ha scritto il gip nel'ordinanza- e, soltanto dopo, veniva creato ad hoc un bando di gara per l'aggiudicazione di un contratto di ricerca».