Non parla la postulante che venerdì scorso, in sacrestia, ha aggredito don Taddeo ferendolo alla testa a colpi di mattone. In settimana saranno ascoltati dal magistrato alcuni testimoni chiave della vicenda.

Non parla e pare sia stata costretta ad una sorta di isolamento all'interno di quel convento dove a breve avrebbe dovuto prendere i voti. La donna, una postulante nigeriana di 37 anni, non aveva dichiarato niente nemmeno agli investigatori che subito dopo l'accaduto erano intervenuti sul posto. Una ragazza come tante, venuta dall'Africa qualche anno fa e intenzionata a diventare una suora di clausura.

Era stata accolta dalla comunità femminile benedettina di Veroli, un luogo ricco di storia e tradizioni che per secoli ha ospitato donne di chiesa devote al Signore. Il monastero di Santa Maria dei Franconi è noto a tutti come un'oasi di pace. Mai si erano verificati fatti del genere. Venerdì scorso, per ragioni ancora al vaglio degli inquirenti, don Taddeo, nigeriano e a Veroli solo occasionalmente, era andato in monastero per dire messa. Al termine della celebrazione eucaristica la postulante si era diretta in sacrestia e lo aveva aggredito con un mattoncino (tra l'altro procuratosi in precedenza). Il sacerdote era riuscito a fuggire e a chiedere aiuto ad un passante.

Questo quanto emerso dalle indagini delle forze dell'ordine giunte sul posto insieme ad un'ambulanza del 118 che aveva accompagnato l'uomo all'ospedale Spaziani di Frosinone per le cure del caso. Dimesso poche ore dopo con una prognosi di dieci giorni, don Taddeo non ha sporto querela contro l'aspirante suora. Ma il provvedimento è partito d'ufficio, vista l'aggravante dell'uso di un corpo contundente. Al suo fianco l'avvocato di fiducia Nicola Ottaviani. Sarà ascoltata dal magistrato al quale dovrà raccontare la sua versione dei fatti. Nei prossimi giorni verranno ascoltate anche altre persone che potrebbero aiutare a ricostruire la vicenda o che almeno chiariranno agli inquirenti il rapporto che legava i due religiosi.