Urgente, anzi urgentissima. La messa in sicurezza della discarica di Facciano, in territorio di Pignataro Interamna, non ha un tempo limite entro cui essere applicata. E non soltanto perché proprio l'autorità giudiziaria ha indicato come «immediata» l'esecuzione. Lo è nella misura in cui le analisi dell'Arpa hanno messo nero su bianco i sospetti di tanti cittadini: metalli pesanti nel terreno e nelle falde acquifere; solfati e idrocarburi nelle acque del Liri. In quantità che superano di gran lunga il limite consentito.

La vicenda giudiziaria legata all'ex discarica di Facciano va avanti su due binari: uno amministrativo (per il quale il tribunale di Cassino nel novembre del 2017 ha disposto il rinvio a giudizio di sette persone per irregolarità connesse alla messa in sicurezza e caratterizzazione dei rifiuti presenti nel sito) e l'altro ambientale. Quello venuto alla luce nelle scorse ore.

Il nuovo troncone
I campionamenti Arpa sono stati il motore della delicata indagine - coordinata dal dottor Mattei e portata avanti dai carabinieri forestali e dalla sezione di pg carabinieri della procura - che è riuscita a costruire un quadro molto chiaro: le analisi effettuate hanno stabilito la potenziale pericolosità per animali e cittadini. Piombo, mercurio, cromo, nichel, arsenico in limiti superiori alla norma nei terreni e nelle falde acquifere ma anche idrocarburi e solfiti nelle acque del Liri. Un dato che allarga in modo esponenziale - e a ragion veduta - l'area da tenere sotto controllo e che permette di comprendere appieno le contestazioni della procura: inquinamento ambientale colposo e inquinamento delle acque, i nuovi reati che segnano un cambio di passo nella lotta agli ecoreati.
Due - al momento - gli indagati nella loro qualità di dirigenti preposti al servizio V (tutela ambientale) del Comune di Pignataro. Ma altre posizioni restano al vaglio.

L'ordinanza di Raio
Il provvedimento di misura cautelare reale di sequestro preventivo del sito - ora affidato alla custodia del sindaco - fa seguito a dettagliate indagini e al provvedimento (nell'ottobre del 2017) dell'allora commissario prefettizio, Ernesto Raio. «Ai fini della tutela della pubblica e privata incolumità viene inibito l'utilizzo di tutti i terreni entro 100 metri dal confine del sito dell'ex discarica e di vietare la raccolta di vegetali, di terre, di sedimenti ed altri materiali» scriveva un anno fa il commissario. Nell'area compresa all'interno di quei 100 metri veniva fatto divieto di «utilizzo, commercializzazione nonché cessione a terzi di prodotti spontanei e/o coltivati da destinare all'alimentazione umana ed animale e di animali nutriti con questi prodotti». Un'ordinanza chiara, che lasciava già intravedere gli sviluppi successivi.

Plauso dell'onorevole Fontana
«In virtù della nuova legge sugli ecoreati, i carabinieri forestali hanno provveduto al sequestro della ex discarica di Pignataro, località Facciano, ponendo sotto indagine i responsabili dei danni causati all'ambiente. È infatti previsto dalla recente modifica al Codice penale che, oltre all'avvio tempestivo delle attività di messa in sicurezza e bonifica, possano essere puniti i colpevoli dell'inquinamento con la reclusione da 2 a 6 anni e multe fino a 100.000 euro - scrive, plaudendo all'intervento - l'onorevole Fontana del M5S - Massima fiducia nelle autorità competenti, certa che provvederanno in tempi celeri al ripristino ambientale dell'area. Lo stato in cui versa la discarica desta preoccupazione in quanto collocata a brevi distanze dal fiume Liri ed esposta a problemi derivanti dal contatto degli inquinanti con gli agenti atmosferici e riversamento di percolato nelle falde. Ringrazio anche tutti i cittadini, le associazioni e gli attivisti che non si sono mai arresi ed hanno continuato a denunciare. Lottiamo insieme per ripristinare legalità e trasparenza anche nell'ambiente».