La scorsa settimana è iniziato il processo per l'atroce delitto del giovane Emanuele Morganti, il 20enne di Tecchiena di Alatri barbaramente ucciso davanti la discoteca Mirò di piazza Regina Margherita la notte tra il 23 ed il 24 Marzo 2017. Un'udienza tecnica, nel corso della quale è stata stilata la lista dei testimoni da ascoltare e quella delle prove ammesse a processo, sono state definite le perizie da eseguire ed è stato predisposto il calendario delle future udienze.

Oggi è però emersa una clamorosa novità che sta già sollevando polemiche e risentimenti: il comune di Alatri, contrariamente a quanto annunciato, non si è costituito parte civile. Nei giorni e nelle settimane successive all'omicidio, infatti, la città di Alatri fu al centro di un vero e proprio tritacarne mediatico che la fece apparire come una città violenta, abitata da gente con pochi scrupoli. La sua immagine fu duramente colpita tanto che per mesi fu evitata da turisti, visitatori, giovani. Per questo motivo, a nome dell'amminastrizione comunale, il sindaco Giuseppe Morini annunciò nelle tante interviste rilasciate che il comune si sarebbe costituito parte civile per difendere l'onorabilità del centro Ernico. Oggi invece, come detto, si scopre che ciò non è avvenuto, mancando all'appello delle parti civili costituitesi, su tutte la famiglia Morganti, proprio il comune di Alatri.

Interpellato in merito, il sindaco Morini ha dichiarato che l'ente ha predisposto a suo tempo una delibera per dare mandato ad alcuni avvocati di costituirsi parte civile. Leggendo l'atto, però, tale mandato esplicito non si evince. Al contrario, la delibera recita genericamente di valutare le azioni più opportune per difendere gli interessi della città. Tra queste, evidentemente, non figura la costituzione di parte civile, ruolo che avrebbe permesso al comune di recitare una parte attiva nel corso del processo e di tenere fede alla parola data.

Per compensare tale mancanza il sindaco Morini, al telefono, ha detto che l'ente avvierà un'azione civile, forse sfuggendogli però che non è esattamente la stessa cosa della parte civile e che per poterla concretizzare si dovrà attendere la fine del processo in corso e l'eventuale condanna degli attuali quattro indagati. Tempi lunghi,,quindi, laddove invece sarebbe stata necessaria un'azione immediata per tutelare la città e rispettare la parola data e la memoria di Emanuele Morganti.