La situazione a Ceprano è incandescente e questo a causa di flussi di profughi di fatto incontrollati e mal gestiti. Questo si ascolta per le strade, questo è quello che si vede ogni giorno. In città si respira una sorta di "saturazione" che, nel tempo, ha portato a un clima tutt'altro che accogliente. Forse parlare di razzismo appare eccessivo, certo è che la maggior parte dei cepranesi dimostra un'intolleranza che sfocia in una scarsa propensione all'accoglienza, soprattutto per le modalità con cui sono gestiti i flussi di profughi sul territorio.

Attualmente a Ceprano operano cinque cooperative, e sono presenti 117 rifugiati, troppi in rapporto alla popolazione. E proprio in relazione a questa disomogeneità della distribuzione il sindaco Marco Galli afferma che se tutti i 91 comuni della provincia, e non solo 37, ospitassero rifugiati, il numero sarebbe fortemente ridotto per ciascun Comune e conseguentemente le situazioni verrebbero gestite meglio grazie anche a un controllo più capillare. E invece Ceprano si ritrova 117 ospiti, prima erano addirittura 150. E spesso dai paesi limitrofi ne giungono altri per ritrovarsi con i loro conterranei con cui condividono attività sportive e tempo libero. Dunque il numero lievita e, indubbiamente, la presenza di questi gruppi di giovani che si aggirano per le strade, spesso con le cuffiette alle orecchie e ben vestiti, a molti cepranesi non va giù.

Anche perché difficilmente si integrano con la comunità, probabilmente per una volontà di entrambi. Molti di loro poi vengono considerati anche molesti, vista l'insistente presenza davanti ad alcuni supermercati a chiedere l'elemosina. E così cresce l'intolleranza, i profughi vengono visti come "diversi", quelli che stanno al bar senza far nulla, che buttano l'immondizia irregolarmente, che stanno sempre con i telefonini in mano e che spesso litigano tra di loro negli appartamenti in cui vivono, in chissà quanti, perché sono di diverse etnie. I cepranesi non condividono le modalità di accoglienza e soprattutto il numero delle presenze in rapporto agli abitanti.

Davanti a una situazione che ha poco a che vedere con una vera integrazione, è facile che qualche persona dall'intolleranza passi a gesti di razzismo, le cui motivazioni magari scaturiscono dal vedere i profughi come dei privilegiati perché ospitati in un momento in cui in Italia tanti fanno fatica anche a sopravvivere.

Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. È una delle accuse mosse nei confronti di tre studenti universitari, due di 22 anni, e uno di 23, di Ceprano. E poi minacce, percosse, stalking, lancio di sassi verso strutture dove sono ospitati che si aggiungono alla lista dei reati di cui devono rispondere i tre amici, tutti denunciati dalla polizia. Una decina di episodi violenti nei confronti di cittadini extracomunitari.
Veri e propri atti persecutori, di violenza verso persone di colore. Colpite anche con una mazza da baseball. In diverse occasioni hanno dovuto fare ricorso alle cure dei dottori per le ferite riportate.

I fatti
Sono indagati per alcuni fatti che si sarebbero verificati da febbraio scorso fino a giorni fa. Il motivo? Sarebbe legato alla discriminazione razziale. Loro, profughi arrivati a Ceprano e ospiti in diverse strutture, sarebbero diventati un obiettivo contro cui "sfogare" pregiudizi verso persone di colore e di cultura differenti.
Non solo, sempre stando alle accuse, i migranti sono stati percossi, minacciati dai tre amici, ma anche le strutture che li ospitavano sono state oggetto di danneggiamento, attraverso il lancio di sassi verso porte e finestre.
Durante le perquisizioni domiciliari sono stati sequestrati pc e telefoni cellulari, pen drive anche per accertare se contengano video di violenze sugli extracomunitari o materiale di propaganda sull'odio razziale o etnico. Sempre nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati anche cartucce, una pistola giocattolo, una pistola calibro 9, un fucile, armi regolarmente registrate, due coltelli, una mazza da baseball.

Sequestrati volantini
Sotto sequestro anche giornalini redatti dal movimento blocco studentesco e volantini di propaganda politica.
Perquisizioni effettuate anche nella giornata di ieri con i metal detector nelle vicinanze delle abitazioni alla ricerca di materiale esplodente. Le attività, in questo caso, hanno dato esito negativo.

Le indagini
Non un caso isolato, almeno dieci gli episodi di violenza che vengono contestati ai due ventiduenni e al ventitreenne. Gli agenti della Digos e della Squadra mobile hanno avviato subito gli accertamenti del caso per individuare gli autori di alcune azioni in cui diversi extracomunitari che sono ospiti nelle varie strutture del territorio, erano stati costretti a subire.
Minacciati e percossi, anche con una mazza da baseball. In alcuni casi erano stati costretti anche alle cure dei dottori. Un incubo per loro. Sono così iniziate le indagini minuziose degli investigatori. Accertamenti che hanno permesso di ritenere i tre giovani, responsabili di una decina di fatti violenti commessi da febbraio dello scorso anno fino a poco tempo fa ai danni di extracomunitari che sono sul territorio, per discriminazione razziale.
Per i ragazzi l'accusa è di lesioni, minacce, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Sono difesi dagli avvocati Giuseppe Spaziani e Pierluca D'Orazio.

di: Nicoletta Fini