Una busta di cellophane in giardino con oltre un chilo di marijuana. È quello che i carabinieri di Ceccano avevano trovato durante una perquisizione nell'abitazione di Pasqualina Romano. Per quell'episodio, di fine agosto, la donna era finita agli arresti domiciliari. Ieri, è stata condannata a un anno e due mesi con il rito abbreviato.

Assistita dagli avvocati Tony Ceccarelli e Marco Maietta, la donna, 60 anni, è comparsa davanti al giudice monocratico Francesco Mancini del tribunale di Frosinone.
In base alla consulenza effettuata dalla procura sulla sostanza stupefacente sequestrata il totale è risultato essere di un chilo e trecento grammi netti per una purezza del 9%. Particolare sul quale la difesa ha insistito per alleggerire la posizione dell'imputata. Si sarebbero, comunque, potute ricavare 6.000 dosi.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni e sei mesi, ma al termine della discussione la sentenza è stata di un anno e due mesi con la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice ha anche disposto la trasmissione in procura delle dichiarazioni rese in fase di interrogatorio dalla donna. Agli atti del processo risulta infatti una discrepanza tra il verbale d'arresto e quanto da lei dichiarato. Nel primo si dice che è stata la donna a condurre i carabinieri fino al nascondiglio della droga, nell'interrogatorio l'arrestata si è difesa negando il fatto e sostenendo che sono stati i militari a mostrarle la busta con la droga dopo averla trovata in giardino.

L'operazione era scattata la mattina del 31 agosto. I carabinieri si erano presentati in casa della donna per effettuare una perquisizione. Cercavano droga.
Occultato all'interno di un ripostiglio dell'appartamento, i militari dell'Arma avevano trovato 1,70 grammi di marijuana. Ma il grosso dello stupefacente non si trovava in casa, era in giardino. Ed è lì che è saltata fuori la busta di cellophane con il grosso della sostanza. Inizialmente, da una prima stima, erano stati calcolati un chilo e seicento grammi di marijuana. Tuttavia, dopo la perizia si è appurato che la sostanza vera e propria era un chilo e trecento grammi. Al termine dell'udienza il magistrato ha disposto la confisca della droga.