Un comitato di genitori per fare fronte comune e costituirsi parte civile contro le due insegnanti della scuola materna Cola accusate di abuso di mezzi di correzione.

La procura di Frosinone ha citato a giudizio le maestre, di 42 e 53 anni, per l'udienza del 6 dicembre. Sono accusate di aver abusato dei mezzi di correzione nei confronti di ventuno alunni di età compresa tra i 2 e i 4 anni per «un uso sistematico della violenza fisica e psicologica, nonché attraverso l'assunzione di comportamenti aggressivi, eccessivi, inadeguati e genericamente abusanti». Per la procura, che si è avvalsa anche di immagini riprese dalle telecamere, la prima avrebbe spinto bruscamente i bimbi, in più occasioni, per farli sedere, altri sarebbero stati trascinati, con modi bruschi avrebbe sottratto zaini, merende e giochi, in un'occasione avrebbe scansato con i piedi, colpendolo, un bimbo sotto la cattedra, avrebbe vietato ai bambini di andare in bagno e avrebbe, talvolta, baciato i bimbi sulla bocca. Il tutto sarebbe avvenuto tra il settembre 2014 e il marzo 2015.

Altra ipotesi di abuso dei mezzi di correzione è mossa all'altra insegnante. Le viene contestato l'aver strattonato alcuni bimbi, anche con spinte sul torace per indurli a sedersi, nonché anche quando erano seduti. In un'occasione avrebbe provocato la caduta di un bambino nel tentativo di farlo sedere e in un'altra avrebbe spostato la cattedra mentre sotto c'era un allievo, facendogli sbattere i piedi di ferro della scrivania sull'addome. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra novembre 2014 e febbraio 2015.

Ciò avrebbe prodotto - in base alla ricostruzione accusatoria - disturbi traumatici e post traumatici, disturbi nel controllo degli impulsi e difficoltà relazionali. Il comitato dei genitori, invece, si è rivolto all'avvocato Giampiero Vellucci per la tutela dei propri diritti. Le due maestre si sono rivolte agli avvocati Giampiero Quadrini, Marco Maietta e Anna Puliafito. Loro negano le accuse ed evidenziano che l'inchiesta era nata con un'ipotesi d'accusa più grave, quella dei maltrattamenti, ora derubricata.