Una storia boccaccesca. Due professionisti, marito e moglie, vittime di un furto, denunciano una dipendente, la quale a sua volta denuncia l'anziano, titolare di un'attività a Isola del Liri, per violenza sessuale. Il caso finito al vaglio del tribunale di Cassino si è concluso con una doppia assoluzione. Della donna, 38 anni, imputata di furto, e dell'uomo, un ottantatreenne, accusato di violenza sessuale. Il pm aveva chiesto l'assoluzione della prima e la condanna a tre anni e mezzo del secondo, che, però, ha sempre negato parlando di una vendetta della donna.

La storia inizia nel 2013, quando la coppia scopre un ammanco nel caveau dell'attività: sono spariti oro e preziosi per circa 50mila euro. Viene presentata una denuncia contro ignoti non avendo sospetti nemmeno sulla commessa, ritenuta di massima fiducia. Le indagini si concentrano sui compro oro. In uno di questi, secondo la denuncia, la commessa avrebbe rivenduto i preziosi per 10.590 euro più altri 1.400 in contanti. Uno dei compro oro aveva fotografato parte dei preziosi, alcuni finiti all'asta su internet. Ed è il motivo per cui la proprietaria dell'attività riconosce una collanina del figlio. Viene così indagata la commessa.
In sede di interrogatorio dopo la chiusura delle indagini la stessa denuncia di esser stata molestata dal datore di lavoro, e che era stato questi a darle i preziosi per comprarne il silenzio. La giovane produce delle registrazioni delle presunte molestie. Finisce così sotto inchiesta anche l'uomo (difeso dagli avvocati Nicola Ottaviani e Carlo Coratti) per violenza sessuale. La donna (difesa da Amleto Iafrate) si deve difendere del reato di furto aggravato. Ieri la sentenza.