È la notte tra il 3 e il 4 maggio 2017 quando la Guardia di finanza ferma un'auto. A bordo tre ragazzi di Roma ma anche due bombe molotov. Ieri, il gup del tribunale di Frosinone, Ida Logoluso ha inflitto una condanna a un anno e mezzo e stabilito due rinvii a giudizio. I finanzieri avevano arrestato Manuel Pacifici, Danilo Borsetti e Simone Romano, tutti e tre di 27 anni, difesi dagli avvocati Antonio Ceccani, Mario Cellitti e Daniela Tiani. Per loro l'accusa, in concorso, è di aver fabbricato, detenuto e trasportato armi da guerra, come sono considerate le molotov .All'interno dell'auto, un'Opel Corsa della compagna di uno dei tre, i finanzieri avevano sequestrato due bottiglie incendiarie, pronte all'uso, nonché il materiale per il confezionamento di altri ordigni.

Il terzetto, stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, a bordo della Corsa, viaggiava sulla Monti Lepini quando, all'altezza dell'incrocio dell'autostrada è stato notato dalle Fiamme Gialle. Il veicolo ha suscitato l'interesse delle forze dell'ordine perché aveva la carrozzeria pulita mentre la targa era coperta di fango, in modo da impedirne la lettura. Così l'auto era stata bloccata e i tre arrestati. Oltre a due bombe molotov, confezionate con due bottiglie grandi di birra con l'innesco costituito da uno strofinaccio, era saltato fuori materiale per il confezionamento di altri ordigni simili, ovvero un'altra bottiglia di plastica riempita con la benzina, strofinacci e due chili di zucchero. I tre non seppero giustificare la presenza a Frosinone. Del resto la versione della prima ora (tentare di bruciare l'auto per incassare i soldi dell'assicurazione) non ha mai convinto gli investigatori.

Ieri il primo epilogo giudiziario: Romano ha patteggiato a un anno e mezzo, mentre gli altri due compariranno a giudizio dal 5 febbraio 2019.