Arrivavano da Cassino, Pontecorvo, dalla Valle dei Santi e dal Cassinate. A "tradire" Antonietta e i suoi figli sarebbero stati proprio i clienti. È questa la pista seguita dai carabinieri della Compagnia di Cassino che ieri mattina hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di spaccio continuato ed aggravato di sostanze stupefacenti, cocaina e marijuana, nei confronti di decine di clienti.
Da marzo a giugno, i militari del capitano Ivan Mastromanno coordinati dal comando provinciale dell'Arma, guidato dal colonnello Cagnazzo hanno effettuato mirati appostamenti nella zona di San Bartolomeo, segnalando una valanga di assuntori trovati in possesso di piccole dosi di droga. Una parte di clienti avrebbe indicato come "fonte" dello smercio sempre lo stesso appartamento: un "market casalingo" della droga.
Quando i carabinieri hanno collezionato sufficienti riscontri, anche fotografici, hanno allegato tutto e consegnato l'informativa in procura. Così ieri mattina, con un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Cassino, Gabriele Montefusco, su richiesta del pubblico ministero Bulgarini Nomi, sono finiti in carcere Antonietta Di Silvio (di 54 anni) e suo figlio Alessio Alfredo, di 19; mentre la figlia Francesca, di 21 anni (incensurata), è finita ai domiciliari.

Il blitz
Il blitz è scattato ieri mattina all'alba. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cassino, insieme a quelli di Pontecorvo e a una unità cinofila di Roma Ponte Galeria, intorno alle 5 del mattino hanno bussato alla porta dell'appartamento in zona San Bartolomeo.
Secondo le accuse, la madre e i due figli avrebbero «adibito l'abitazione, un appartamento Ater loro assegnato, a un vero e proprio minimarket della droga, ove i clienti si recavano a qualsiasi ora del giorno e senza alcun preventivo accordo, sicuri di ricevere lo stupefacente per il proprio fabbisogno personale» hanno spiegato dal Comando provinciale dei carabinieri. Nello specifico, i militari grazie ai risultati delle attività investigative svolte, avallate dal pm e condivise appieno dal gip hanno «interrotto un fiorente traffico di sostanze stupefacenti tra marzo e giugno del 2018» hanno aggiunto dall'Arma.

Le ipotesi
Le indagini sono state condotte attraverso accertamenti tradizionali: i continui posti di blocco dei clienti hanno permesso di tracciare una trama precisa. Sono state le testimonianze dei clienti, molti dei quali hanno effettuato anche riconoscimenti fotografici di mamma e figli, a indicare la "rotta": «numerosissimi giovani e a volte anche persone adulte si recavano all'interno dell'abitazione degli arrestati per acquistare lo stupefacente». Le dosi trovate nelle tasche degli acquirenti erano sempre minime ma testimoniavano un vero e proprio andirivieni per procacciarsi il fabbisogno personale.
«Nel corso delle indagini, sono stati segnalati in prefettura 14 tossicodipendenti, consumatori abituali, sottoposti a sequestro circa 5 grammi di cocaina e 2 di marijuana» hanno spiegato ancora i militari.
Ieri mattina, contestualmente all'esecuzione delle tre ordinanze di custodia cautelare, è stata eseguita anche una perquisizione dell'abitazione, della cantina e dei locali di pertinenza dell'appartamento.
Ma non è stato trovato nulla. Per questo gli uomini del capitano Mastromanno si sono messi adesso sulle tracce di un ipotetico deposito.