Bloccare la mietitura o sottoporre a sequestro quei campi (che rientrano espressamente nell'ordinanza del sindaco) coltivati a cereali e prossimi al raccolto. È questo, in sintesi, il cuore dell'istanza depositata lunedì in procura da Edoardo Grossi in qualità di membro della Consulta dell'Ambiente di Cassino.
Una richiesta ben precisa, a tutela della salute di tutti i cittadini: «I cereali nell'area interdetta potrebbero essere raccolti nei prossimi giorni e finire nella catena alimentare, mettendo a rischio la salute dalla popolazione» si legge nell'istanza. Per questo è prioritario «procedere penalmente nei confronti di tutti coloro che possano aver violato o che violino l'ordinanza del sindaco, fermando la raccolta dei cereali con richiesta di sequestro dei terreni oggetto degli stessi divieti». La questione non va affatto sottovalutata e, anzi, assume un valore assoluto alla luce dell'impegno che ambientalisti e amministrazione dimostrano sul campo e dell'interesse della politica.
L'arrivo sui veleni sepolti del deputato del M5S Ilaria Fontana e lunedì del senatore di FdI Massimo Ruspandini rappresenta molto più di una presa di coscienza del problema: rappresenta la possibilità, così come annunciato, di inserire il "caso Nocione" all'interno dell'agenda politica nazionale, permettendo a Camera e Senato di trovare una soluzione concreta. Mentre le indagini affidate dal procuratore D'Emmanuele al Gruppo della Finanza di Cassino, guidato dal colonnello Rapuano, vanno avanti e mentre l'assessore all'ambiente - Dana Tauwinkelova - sta lavorando alacremente per arrivare entro settembre alla caratterizzazione, gli ambientalisti continuano a rappresentare le "sentinelle" del territorio.
Quei campi coltivati a perdita d'occhio sui terreni a rischio rappresentano potenzialmente una "bomba inesplosa" le cui conseguenze potrebbero essere incontrollabili. Per questo, nel rispetto dell'ordinanza del sindaco Carlo Maria D'Alessandro (la numero 233 del 27 luglio scorso) che impone il divieto di coltivazione, pascolo ed emungimento delle acque sui terreni interdetti, si torna a gran voce a chiedere una mano alle istituzioni.