Rinvio a giudizio per tutti e processo davanti alla Corte d'assise di Latina dal 6 novembre. È quanto ha deciso ieri mattina il gup del tribunale di Latina per la morte di Gloria Pompili, avvenuta il 23 agosto 2017, su una piazzola di sosta in territorio di Prossedi. Tre sono le persone che saranno giudicate dalla giuria popolare, le cui posizioni però sono diverse. Per la morte di Gloria, ovvero per i maltrattamenti aggravati dal decesso, dovranno subire il processo la cugina di Gloria, Loide Del Prete, 40 anni di Frosinone, difesa dall'avvocato Giuseppe Cosimato, e il compagno di questa, nonché cognato di Gloria, Mohamed Mohamed Elesh Salem Saad, 24, difeso dagli avvocati Fabrizio Cassoni e Fermina De Bonis. Tutti e due, peraltro, sono in carcere dal 15 settembre 2017. E proprio con riferimento allo stato di detenzione, il legale di Del Prete ha fatto richiesta di concessione degli arresti domiciliari. Il giudice, ricevuto il parere contrario del pubblico ministero, si è riservato la decisione. La difesa di Salem Saad, invece, ha sollevato delle eccezioni con riferimento alla consulenza tecnica d'ufficio per i campioni di Dna. Ai due, secondo quanto contestato dalla procura di Latina che ha affidato le indagini ai carabinieri, avrebbero aggredito Gloria provocandole echimosi alla testa, la frattura di quattro costole, dall'ottava all'undicesima con lesione del lobo inferiore del polmone sinistro con emotorace e la rottura, per lesioni multiple, della milza con emorragia del diaframma. I soccorsi erano stati chiamati quando ormai per Gloria era troppo tardi.
Contestata l'aggravante di aver commesso il fatto alla presenza dei figli minori di Gloria, che sono stati affidati a un curatore e che si è costituito parte civile attraverso l'avvocato Maria Pia Coreno. Non ha potuto costituirsi, invece, il padre dei bimbi (ovvero l'ex compagno di Gloria) cui è stata tolta la patria potestà. La madre e il fratello saranno parte civile con l'avvocato Tony Ceccarelli. Nell'inchiesta, però, ma con un ruolo più marginale, è finito anche il marito di Gloria Mohamed Mohamed Hady Saad, 26 anni, assistito dall'avvocato Antonio Ceccani. Tutti e tre dovranno difendersi dalla contestazione, in concorso, di maltrattamenti in famiglia ai danni della Pompili e dei suoi due figli minori. Questo perché, secondo le accuse raccolte dai pubblici ministeri Carlo Lasperanza e Luigia Spinelli, avrebbero sottoposto la ragazza a continue vessazioni, privandola dell'uso del telefono cellulare per impedirle contatti con l'esterno, per averla aggredita in presenza dei figli, anche con bastoni. Aggrediti anche i bambini tanto che il 14 ottobre 2016 finirono all'ospedale.
Stando alle accuse, «in diverse occasioni "appendevano" alla ringhiera del balcone dopo averli collocati in una cassetta di plastica legata alla ringhiera con il filo di un'antenna». A tutti e tre è contestato, sempre in concorso, l'aver favorito e sfruttato la prostituzione di Gloria nella sua abitazione di via Saragat, nel capoluogo, da febbraio a ottobre del 2016 e per averla accompganta, in auto, nei luoghi ove Gloria vendeva il suo corpo sull'asse attrezzato di Frosinone e a Nettuno, all'incorcio tra via della Campana e via Savona. Stando alle accuse i tre si appropriavano di tutti i guadagni ottenuti dalla Pompili dai clienti. Il tutto con l'aggravante di aver commesso il fatto con violenza, avendo in più occasioni aggredito fisicamente la Pompili. Nel corso dell'udienza si sono vissuti anche momenti di forte tensione con la madre di Gloria che ha inveito contro gli imputati. Il gup, dopo aver ascoltato tutte le parti, si è ritirato in camera di consiglio, uscendone dopo una mezzoretta con il rinvio a giudizio per tutti e tre gli imputati. Il processo partirà il 6 novembre davanti alla Corte d'assise di Latina. Andranno sentiti i testimoni, ricostruita la vita di Gloria, soprattutto le ultime ore che ne hanno preceduto la morte.
E anche per questo le difese hanno evitato di chiedere un rito alternativo al processo ordinario. Il sospetto adombrato dagli investigatori dell'Arma è che Gloria sia stata uccisa perché avrebbe voluto ribellarsi alla vita che conduceva. Ma questo ora lo dirà il processo.