La strada maestra è sempre campana. Una casa madre anche per le piccole aziende dell'indotto illecito. Con traffici che si diramano in mille direzioni e, ben volentieri, imboccano le scorrevoli vie per Cassino. Sono le invitanti "periferie" di un impero commerciale sporco dove sorgono e, a volte, tramontano le consorterie dello spaccio. Soldi che girano, facili a prenderli, più complicata la costruzione della strategia per nascondere i carichi, stoccarli, piazzarli ed evitare controlli. Ma il rischio si corre per quelle migliaia di euro al mese per chi è incardinato nei piani alti della piramide, più discreti i guadagni di tutti gli altri. Dipende dai ruoli e dalla bravura.

Napoli, i centri casertani, il litorale domizio: le principali fonti di approvvigionamento per i cassinati che viaggiano continuamente. Con una doppia corsia: lo dimostrano le tante operazioni di polizia. Per i carichi più piccoli conviene muoversi di frequente. In caso di controlli, si incappa in guai minori e ci si può disfare della roba con facilità. Per i carichi maggiori, laddove il prezzo scende vertiginosamente, occorre organizzarsi diversamente, non disdegnando auto-vedette durante il rientro, caselli strategici dove uscire mentre non si può escludere - come emerso nell'operazione Pazzigno che a Napoli, qualche mese fa, ha smantellato un'organizzazione dedita al narcotraffico con ramificazione nelle province del basso Lazio - che per le partite più imponenti si muovano i gruppi campani.

L'A1, comunque, resta la via più celere per i trasferimenti. Memorabili quei 10 chili di marijuana trovati dalla stradale, nel mese di febbraio, a Cassino, nel bagagliaio di un trentenne pontino in transito sull'autostrada a bordo di una Fiat 500X. Su un taxi, invece, due cassinati (di 29 e 45 anni) fermati dai carabinieri - sempre nei pressi del casello A1 - con due etti di hashish - all'insaputa dello stesso tassista "assoldato" alla stazione di Napoli per una corsa da 200 euro.

Droga che viaggia ma che non raggiunge sempre la città di Cassino. Piuttosto si ferma nelle aree-deposito, le cittadine tutt'intorno dove, spesso, vengono individuati soggetti con il compito di nasconderla. Proprio a Cervaro la polizia trovò uno di questi luoghi con quasi mezzo chilo di roba in un garage. E sempre gli agenti del Commissariato ne scoprirono un altro, un casolare di San Giorgio dove un immigrato nascondeva 1.100 grammi di polvere da sballo.
Viaggi, pit-stop, depositi, vie principali e secondarie. E poi stoccaggio, divisioni, pusher ma soprattutto baby pusher (come quelli fermati, qualche settimana fa, dagli agenti durante un trasbordo da San Silvestro a piazza Labriola): è un universo in movimento. Ma la guerra allo spaccio non conosce giorni di riposo.

Napoli-Cassino, 101 chilometri, per far viaggiare la droga. Acquisti all'ingrosso in terra campana, un'ora di autostrada e il carico può atterrare nella città martire. A volte con uscita a San Vittore, altre a Pontecorvo, ben volentieri a Cassino. 

Viaggio di ritorno senza lieto fine per un ragazzo di 35 anni di Cassino. A bordo di un autocarro posiziona la partita fresca di acquisto in una delle piazze napoletane e sta tentando, serenamente, il rientro a casa. È grazie a una mirabile attività info-investigativa messa in atto dagli agenti del commissariato guidato dal vice questore Raffaele Mascia che l'uomo viene intercettato proprio in A1, nel territorio ai piedi dell'abbazia. I poliziotti sono impegnati in servizi di contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti quando la paletta dell'alt si agita davanti a un autocarro con a bordo il solo conducente.
È un trentacinquenne, originario della confinante Campania ma residente a Cassino. Basta un barlume di insofferenza per insospettire gli agenti e far scattare la perquisizione veicolare. Nel vano posteriore del mezzo c'è una grossa busta di colore nero con all'interno un involucro di cellophane, contenente quasi un chilo di marijuana.

Scattano una lunga serie di accertamenti che, dal tardo pomeriggio di lunedì si estendono fino all'alba di ieri. Dapprima la perquisizione personale e domiciliare, a Cassino, poi le volanti imboccano la via del mare. È mezzanotte quando sono diretti a Latina, in un camping. Lì c'è una roulotte, nella disponibilità del giovane. All'interno, oltre al necessario per vendere grattachecche sulla spiaggia, anche altre dosi, bilancino, coltelli e cellophane. Quadro completo e manette ai polsi.

Sotto sequestro finiscono pure 9 frammenti di hashish, 2 involucri contenenti cocaina, bilancini di precisione e due coltelli con le lame intrise di stupefacente, oltre a rotoli di cellophane utilizzati per il confezionamento delle dosi. Il pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica ne dispone i "domiciliari".
Per il giovane, che avrà investito appena qualche migliaio di euro, sperando di raddoppiare quella spesa, guai con la giustizia mentre la droga mancherà alla ricca piazza cassinate, già "tramortita" dai sequestri della polizia dei giorni scorsi.

A finire ai domiciliari, prima del weekend, un pizzaiolo che spacciava cocaina. Nell'armadio di casa cento grammi di polvere purissima e l'ipotesi che avesse clienti vip, un sistema di smercio sicuro per professionisti e commercianti della città che si muovono con circospezione e hanno necessità di luoghi sicuri, discreti, insospettabili. Come lo era il pizzaiolo.

di: Katia Valente