Quasi un mese fa Michele Latorraca, segretario provinciale dei Radicali e portavoce cittadino di "Copernico", ha inoltrato un esposto alla Procura perché l'ormai famigerata puzza "made-in-Ceccano" ha raggiunto «un livello -ha denunciato formalmente- che supera il normale limite di sopportazione umana».
«Tale puzza, che a naso sembra un misto di fogna e sorgente sulfurea, interessa particolarmente la zona limitrofa a quella dove insiste il depuratore Asi per poi estendersi a tutto il territorio», ha segnalato Latorraca agli inquirenti informando altresì Arpa Lazio, Asl di Frosinone, Polizia municipale e Consorzio Asi. Quest'ultimo, l'unico a farsi vivo dopo tre settimane, gli ha risposto che «la società Aea (gestore del depuratore, ndr) fa presente ora il "radicale-copernicano" ha svolto gli accertamenti di rito, escludendo il coinvolgimento dell'infrastruttura consortile, e che risultano in atto indagini della Procura».
D'altronde dall'impianto di Colle San Paolo, finito sotto inchiesta per inquinamento ambientale, hanno già addossato a terzi gran parte delle responsabilità.

Lo scorso 10 agosto, infatti, Aea ha divulgato uno studio in cui scrive: «non c'è la presunzione di aver coperto la totalità delle possibili situazione meteorologiche che possano verificarsi e quindi anche le ricadute di inquinanti che ne derivino, ma i valori riscontrati sono tali da poter affermare che l'impatto veramente significativo del depuratore avvenga in media entro i primi 750 metri». In ogni caso, anche nella parte alta di Ceccano continuano ad arrivare odori nauseabondi, al mattino di uova marce e in serata di immondizia. Andrebbe anche considerato, pertanto, che in via Anime Sante c'è l'ex discarica comunale e,con tanto di depuratore delle acque di prima pioggia, il centro di raccolta dei rifiuti.

Intanto, è scattato il quarto esposto anti-fetore in un anno. Tra i due firmati da "Copernico", ossia dal capogruppo consiliare Filippo Misserville e dall'esponente Latorraca, erano stati difatti presentati quelli del sindaco Caligiore e, in sinergia, da comitato AttivaMente e Centro studi Tolerus. Entrambi dopo il "caso-puzza" scoppiato a ottobre a Passo del Cardinale.