Avevano dato la loro disponibilità all'accoglienza. Così come è sempre stato, seguendo la linea della vicinanza, del porgere la mano a chi vive in condizioni disumane, a chi ha perso tutto, è fuggito dalla morte, dalla fame, dalla guerra, dagli abusi. Hanno continuato a spalancare la porta della famiglia della Caritas.

E al loro invito hanno risposto "sì". Venerdì due coppie, di giovanissimi sposi, tra i cento migranti partiti dall'hotspot di Messina e sbarcati nel porto di Catania dalla nave della Marina Militare "Diciotti" sono stati accolti nella diocesi di Frosinone-Veroli Ferentino. Sono quattro ragazzi eritrei, dai 20 ai 25 anni di età, fatti alloggiare in un appartamento per il momento top secret al fine di evitare problemi e strumentalizzazioni. Arrivano da Rocca di Papa, dove sono stati collocati insieme agli altri migranti nella struttura "Mondo Migliore", per poi essere collocati nelle diocesi italiane che, spontaneamente, hanno promesso loro accoglienza. Tra queste, appunto, quella di Frosinone. Il direttore della Caritas Marco Toti, ha definito con queste parole la scelta dell'accoglienza, «un gesto di disponibilità e vicinanza.

I migranti arrivati sono due coppie di giovani sposi. Stanno bene e sono stati collocati in un'abitazione. I mediatori culturali hanno iniziato i colloqui con loro. Solo i due uomini parlano un pochino la lingua inglese. Dai loro racconti, e soprattutto dai loro sguardi, si comprende che hanno vissuto in condizioni disumane. Sono fuggiti due anni fa».

Le coppie di sposi si sono conosciute entrambe durante il viaggio della speranza. Un momento bello e di gioia in un viaggio difficile, della speranza, senza certezze. Ma quella speranza di un futuro migliore è stato loro offerto dalla sensibilità dell'accoglienza umanitaria. Adesso inizieranno, finalmente, la loro nuova vita insieme, accolti dalla diocesi di Frosinone. Diocesi che si è sempre occupata di accoglienza anche a livello nazionale, utilizzando i corridoi umanitari o i progetti Sprar. Ma questa è la prima volta, invece, che opera non tramite i Comuni o la Prefettura, ma è stata la Caritas Italiana a intervenire in modo diretto.

La linea che si seguirà sarà la stessa, anche per loro come per tutti gli altri migranti accolti negli anni. Saranno sottoposti a tutti i controlli sanitari. Da sottolineare che già sono stati controllati prima di arrivare nella loro collocazione definitiva, e stanno bene.
Adesso verranno loro spiegate le norme da seguire, il contesto italiano, ma soprattutto avranno il supporto di persone che cercheranno di aiutarle nel percorso della loro nuova vita, cercando di farli integrare, di accompagnarli nell'orientamento e nelle scelte. Continua, dunque, l'opera di servizio e solidarietà della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino verso le persone in difficoltà, bisognose. Anche per la sensibilità del vescovo Ambrogio Spreafico, le esperienze di accoglienza della diocesi sono diverse. E sono numerose le persone e famiglie che sono aiutate, e non solo straniere. Molti anche gli italiani.