Frosinone-Palermo non finisce mai. In attesa delle decisioni definitive della giustizia sportiva, sui social è ormai guerra con insulti di ogni genere. A esser presi di mira, soprattutto dopo il 4-0 di Bergamo, sono stati i profili social del Frosinone calcio. Così ieri il club canarino ha annunciato «che tutti i commenti ingiuriosi presenti sui nostri canali social sono stati inviati alle autorità giudiziarie, le quali stanno provvedendo al riconoscimento degli utenti ritenuti responsabili con conseguente possibilità di avvalersi del daspo elettronico». Il Frosinone dice «basta a chi tenta in ogni modo di infangare il nome della società con una rabbia inaudita, senza alcun rispetto. Basta con attacchi alla nostra terra, alla nostra gente e ai nostri calciatori». Per le minacce più gravi si rischia una denuncia e un procedimento penale. E da qui il daspo vero e proprio.

Purtroppo, come spesso accade in questi tempi, i social vengono usati anche in maniera impropria da chi sfoga le proprie frustrazioni con insulti di ogni tipo, in barba alle regole del vivere civile e delle norme del codice penale. E i profili legati al calcio non fanno eccezione. Sono migliaia, infatti, i post, molti dei quali postati da Palermo (ma non solo), pubblicati sul profilo Facebook del Frosinone calcio a commento del risultato sul campo e della notizia dell'avvio delle procedure per il daspo elettronico. Quest'ultima è una misura introdotta quest'anno per consentire alle squadre di bandire dallo stadio chi trascende sui social. Tuttavia, l'annuncio della società frusinate, anziché rasserenare gli animi, ha prodotto nuovi insulti reciproci e oltre 1.800 messaggi. Ieri, ma anche nei giorni precedenti è stato un profluvio di insulti, anche sessisti indirizzati alle donne, e di minacce più o meno velate. Per fortuna non tutti i commenti sono stati di questo tenore. C'è chi si è limitato allo sfottò, come chi ha evocato cannoli e arancini per commentare la sconfitta dei ciociari. Gettonatissimo il tema dei palloni lanciati in campo, con riferimento a quanto accaduto nella finale play-off con il Palermo.

I commenti più simpatici: «Io ho visto cose che voi palloni non potreste immaginarvi» o «Chi di quattro palloni ferisce, di quattro palloni perisce» o anche «Non vi hanno fatto entrare i palloni allo stadio?». C'è chi ha evocato offerte sui supersantos o l'omaggio di «cinque palloni non rintracciabili». Da parte del Frosinone, c'è un tifoso che definsice «cretino» chi ha gettato in campo il pallone e ricorda come «non si può gettare la croce sul Frosinone che è sempre stato corretto e lodato per la sportività» e si è scusato per l'episodio del lancio del pallone («e se non basta pazienza»). Altri, rimanendo nel campo sportivo, hanno accostato i canarini al Benevento (che lo scorso anno è rimasto a quota zero in classifica fino a dicembre). Non sono mancati gli insulti più beceri, del tipo pecorari, caciottari e terroni. Alcuni hanno pesantemente insultato presidente, allenatore e giocatori frusinati. C'è chi ha augurato infortuni ai giocatori.

Qualcuno ha evocato fatti di violenza, anche passati (con riferimento a un episodio di Barletta). E lì si è trascesi ancora di più con tanto di appuntamento per regolare i conti. Insulti replicati anche nella giornata di ieri. Quando, per la verità, a lamentarsi sono stati pure i tifosi palermitani, soprattutto per alcuni insulti quale «mafiosi», per non dire di quel frusinate arrivato a minacciare il lancio di bombe (o il tritolo) all'indirizzo dei siciliani. E a chi, siciliano, evocava la libertà di espressione, in tanti hanno ricordato gli insulti che sono piovuti in queste ore.