Finisce in carcere dopo 12 anni e neppure per un'accusa da poco. Un quarantunenne rom, domiciliato a Piedimonte ma con residenza a Cassino, è stato raggiunto dall'ordinanza della Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma che ha disposto nei suoi confronti la detenzione in carcere. L'accusa risale al 2006. Ben 12 anni fa, l'uomo di etnia rom avrebbe stuprato una ragazza nella Valle di Comino. Una accusa pesantissima per cui venne condannato già in primo grado diversi anni fa. Poi una serie di lungaggini burocratiche, appelli e rinvii. Ci sono voluti 12 anni affinché la vittima della contestata violenza avesse seppur con estremo ritardo il ristoro della giustizia. La decisione è arrivata proprio nelle scorse ore.

Le contestazioni
Di quell'abuso avvenuto nella Valle di Comino nel 2006 se ne sono perse le tracce: neppure gli inquirenti riescono a mettere insieme i tasselli. Di certo, per la vittima, la storia è differente. Quel rapporto non consenziente divenne un incubo. E col passare degli anni, un lento e progressivo sgretolarsi della fiducia nella giustizia: una giustizia-lumaca che troppo spesso finisce per non proteggere le vittime, scaraventando nel tritacarne di questioni burocratiche e di pasticci tecnici solo chi ha avuto il coraggio di denunciare. Anche quella condanna in primo grado, aveva avuto il sapore di una vittoria (semmai di vittoria si possa parlare) a metà: riconosciuti a carico dell'uomo all'epoca dei fatti poco più che ventenne i gravi indizi di colpevolezza, quella libertà goduta rappresentava per la ragazza (divenuta una donna) una vera e propria beffa. L'uomo, nel frattempo, aveva avuto altri problemi con la giustizia: già noto per reati contro il patrimonio, la persona e gli stupefacenti, era attualmente sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di firma per un altro procedimento penale. Nelle scorse ore, poi, l'ordine di carcerazione della procura generale della Corte d'Appello di Roma e l'immediato trasferimento del quarantunenne nel carcere San Domenico di Cassino.