Un detenuto straniero ha dato alle fiamme la sua cella, nella serata di ieri, all'interno del carcere di Cassino. Risultato: cella distrutta e due agenti di polizia penitenziaria, intervenuti per evitare il peggio, rimasti intossicati. Il detenuto è stato denunciato all'autorità giudiziaria.
L'episodio riaccende i riflettori sulle condizioni di precarietà nelle quali versano le carceri italiane. A Cassino, attualmente, il penitenziario risulta sovraffollato di più 70 detenuti. Non va meglio nel resto del Lazio dove i detenuti, nei 14 Istituti della regione, sono 6.314 rispetto ad una capienza regolamentare prevista di 5.270
Purtroppo, quello di ieri sera non è un caso isolato. Nel giorno di Ferragosto, nell'istituto romano IPM Casal del Marmo, alcuni carcerati hanno appiccato il fuoco all'interno delle loro celle. Inoltre, negli ultimi giorni, in altri penitenziari del Lazio si sono verificati diversi episodi di violenza da parte di detenuti; vittime, quasi sempre, gli agenti della polizia penitenziaria.
Sul tema è intervenuta la Fns Cisl Lazio che ha espresso solidarietà nei confronti del personale coinvolto, ribadendo che è necessario un inasprimento delle pene
detentive nei confronti di chi si rende responsabile di atti simili.