Battute di caccia con tiratori scelti per frenare i danni causati dai cinghiali a persone e coltivazioni. Questa la richiesta di Renato Antonucci dell'Atc Frosinone 1 che propone alle istituzioni locali e regionali soluzioni possibili a un annoso problema. Antonucci sottolinea il pericolo che corrono in particolar modo i viticoltori del nord della ciociaria, soprattutto di Piglio, Acuto e Paliano. Diverse le ordinanze già emanate dai sindaci proprio per prevenire possibili danni, ma secondo il cacciatore tutto ciò non è più sufficiente. 

Per Renato Antonucci, infatti, «è necessario organizzare battute di caccia autorizzando gli Ada regionali, in collaborazione con i guardiacaccia provinciali. In questo modo, abbattendo quindi un numero maggiore di cinghiali, sarebbe possibile anche prevenire il fenomeno che troppo spesso vede come vittime i caprioli. In alcuni casi si può parlare addirittura di accanimento e bracconaggio». E chiede «maggiori tutele da parte degli organismi competenti».
Antonucci, componente dell'assemblea Frosinone 1 in quota Enti locali-Comune di Frosinone chiede, inoltre, che per la nuova disciplina per la caccia al cinghiale venga stabilito che oltre la riduzione del numero delle assemblee degli Atc, elemento già introdotto nell'ultima revisione, debba essere previsto il diritto di presenza di un rappresentante di ogni associazione presente nel territorio che abbia svolto attività secondo il proprio statuto.

L'intervento dell'Anuu 
Sul tema riguardante i cinghiali interviene l'Anuu, l'associazione dei migratoristi italiani per la conservazione dell'ambiente naturale.
«Il fenomeno dei danni da fauna selvatica aumenta - evidenzia Anuu - I cinghiali si moltiplicano e continuano la loro opera di devastazione sull'intero territorio della provincia di Frosinone, come nel resto del Lazio. Occorre un'azione sinergica da parte delle istituzioni per arginare l'avanzata degli ungulati». Per l'associazione dei migratoristi «non bastano le singole ordinanze dei sindaci del territorio ciociaro, ma occorrerebbe un piano concertato tra tutti gli enti».
L'Anuu, in conclusione, chiede «la convocazione di un tavolo istituzionale per avviare una seria discussione e individuare le giuste soluzioni per arginare il fenomeno».