Due metri o poco più. Tanto è bastato a Pasquale Di Prete di Esperia per morire a 56 anni, in un caldo sabato di agosto. Una caduta da un mezzo meccanico, per circa due metri e mezzo. Poi l'impatto con una parte metallica della trivella: troppo grave la ferita riportata alla schiena a seguito della caduta, inutili tutti i tentativi per provare a rianimarlo. All'arrivo in ospedale, a Cassino, poco dopo, non c'era più nulla da fare nonostante i medici abbiano tentato il tutto per tutto, con un massaggio cardiaco immediato e ogni manovra possibile.

Dolore e dubbi
La morte di Pasquale Di Prete, originario di Esperia e vittima di un tragico incidente avvenuto nel giardino di una villetta a Piedimonte San Germano, in zona Parito, resta avvolta da numerose zone d'ombra che verranno certamente chiarite dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Emanuele De Franco.

L'uomo, in base a una primissima ricostruzione dei fatti, sarebbe scivolato da un mezzo meccanico, una trivella (tipo trattore), utilizzata per la costruzione di un pozzo. Perché si trovasse lì, se stesse aiutando un amico o eseguendo dei lavori è solo uno dei punti su cui scavare. Interessati anche gli ispettori dello Spresal di Cassino, per accertare eventuali profili di responsabilità sul lavoro.

Per cause ancora al vaglio dei militari coordinati dal capitano Ivan Mastromanno, giunti subito sul posto insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Frosinone - agli ordini del colonnello Gavazzi - e alla sezione di Pg della segreteria del dottor De Franco, l'uomo sarebbe scivolato cadendo proprio su una parte metallica del mezzo utilizzato per la costruzione del pozzo. Avrebbe avuto la prontezza di alzarsi subito, ma fatti pochi passi all'esterno della villetta si sarebbe accasciato.

L'uomo che era con lui, caricato il cinquantaseienne in auto, avrebbe tentato il tutto per tutto cercando di raggiungere l'ospedale in pochi istanti. Ma per Pasquale non c'era più nulla da fare. Il magistrato, presa visione dei luoghi in cui è avvenuto l'incidente, ha disposto il sequestro non solo del mezzo ma anche dell'area e dell'auto. Perché non siano stati subito chiamati i medici del 118, se le ferita riscontrata sulla vittima sia assolutamente compatibile con il pezzo di ferro esaminato e causa del decesso, così come molti altri aspetti della complessa vicenda restano al vaglio degli inquirenti.