L'altro ieri l'"Ufficio per le emergenze ambientali e lo sviluppo sostenibile", istituito un mese fa con la delibera di giunta n.172, è stato impegnato su due fronti. Da una parte, il reato ambientale consumato la notte precedente nelle acque ceccanesi del fiume Sacco, in cui l'ultimo, di un'ormai interminabile serie di sversamenti, ha causato una strage di pesci. Dall'altra parte, la Conferenza dei servizi per il rilascio dell'Aia al depuratore Asi, sotto inchiesta per inquinamento ambientale. A fronte della prima e spregevole questione, inoltre, si è messa in moto anche la deputata frusinate del Movimento 5 Stelle Ilaria Fontana.

Dopo il reato ambientale
Raccolte le denunce mattutine di vari cittadini, l'ispettore della polizia locale Armando Giovannone, inserito nel potenziato "Ufficio Ambiente", ha indagato coi colleghi del comando provinciale ricercando, purtroppo invano, la fonte dell'inquinamento. Il Comune, visto il tempo intercorso tra contaminazione e sopralluogo, ha reputato superfluo invocare l'intervento dell'Arpa Lazio.
Lo ha fatto, invece, la portavoce M5S alla Camera Fontana, membro della Commissione ambiente di Montecitorio. «Mi sono attivata immediatamente comunica la deputata ciociara per richiedere specifiche analisi agli enti di controllo ambientale. Il fenomeno dello sversamento illecito nel fiume è oggetto della denuncia-esposto che ho deposito recentemente presso la Procura.
Sono certa che l'attività di controllo e indagine delle autorità competenti sarà solerte nell'identificare eventuali responsabilità. Grazie all'ennesima segnalazione della rete di cittadini e associazioni saremo in grado, ognuno per le proprie competenze, di monitorare in tempo reale il nostro ecosistema. Questa è la strada che ci permetterà di ridare dignità alle nostre terre».
Vista la "non-chiamata" comunale dell'Arpa, la mente torna alla controversia originatasi lo scorso 25 febbraio dopo una "schiumata" nel Sacco e raccontata dal sindaco nel "Consiglio aperto sull'ambiente" del 16 giugno.

La "schiumata" di febbraio
«Chiamai subito l'Arpa -rese noto il sindaco- ma arrivò dopo un'ora, un tempo di risposta per il cui snellimento mi batterò in tutte le sedi, e non ritenendo più necessarie le analisi», poi forzate e fatte. «Fu redatto così un verbale -fece presente Caligiore- in cui si dice che i tecnici hanno constatato che sul letto del fiume non c'era traccia di schiuma ed effettuato un prelievo malgrado le insussistenti condizioni di emergenza. Visto che ho giustamente insistito -tuonò- mi denuncino pure per abuso d'ufficio».
Al di là del dissidio, i sindaci di Ceccano e Patrica, promotori del "Corteo per il diritto al respiro", hanno già richiesto di velocizzare le procedure dell'Arpa nella prima seduta del "Tavolo interistituzionale sull'emergenza della Valle del Sacco", creato in Prefettura sulla scia della manifestazione lanciata il 12 giugno dal duo Caligiore-Fiordalisio.
Inoltre, il secondo passo dopo la creazione della "task force" intersettoriale «sarà un protocollo d'intesa con l'Arpa ha annunciato Caligiore affinché il nostro personale sia formato per svolgere analisi autonome e più tempestive».